Corpi carbonizzati ritrovati nel Cosentino. Mons. Galantino: "Una sconfitta per tutti,
anche per la Chiesa"
“Sgomento, preghiera e rabbia per una sconfitta di tutti”. Così il vescovo di Cassano
allo Ionio e segretario della Cei ad interim, mons.Nunzio Galantino
ha commentato il ritrovamento in contrada Fiego di Cassano di un automobile con a
bordo tre cadaveri carbonizzati, tra i quali un sorvegliato speciale, la sua compagna
e un bimbo di tre anni. L’omicidio potrebbe essere legato ad una vendetta nell’ambito
della criminalità che gestisce lo spaccio di droga. “Quei tre corpi – ha detto il
presule recatosi subito sul posto – sono il terminale, di una deriva morale ". Paolo
Ondarza lo ha intervistato:
R. - Sono stato
informato dell’evento mentre stavo per celebrare la Messa con un centinaio di ragazzi
che avevano praticamente pochi anni di più del bambino che è stato bruciato vivo.
Subito dopo la Messa mi sono recato in Contrada Fiego dove ho potuto trascorrere lì
un’oretta, il tempo in cui sono stati estratti i corpi carbonizzati. È chiaro che
è stato un tempo trascorso nella riflessione, nella preghiera; una preghiera accompagnata
dalla rabbia per quello che è accaduto, ma anche da un senso di grande sconfitta.
D.
- Lei ha detto: “E' una vicenda che ci interpella tutti”…
R. - Perché quando
accadono queste cose di sicuro ci sono dei complici; e i complici non sono soltanto
persone, ma sono anche atteggiamenti. Allora se certi atteggiamenti in un piccolo
paese come Cassano possono essere vivi ed arrivare fino a questo punto, vuol dire
che c’è gente che fa finta di non vedere, che ci sono realtà deputate all’ordine pubblico,
all’educazione, alla formazione e tra queste anche la Chiesa, che probabilmente non
fanno fino in fondo il loro dovere, non si spendono fino in fondo per arginare questo
male.
D. - Come rispondere a questi fatti?
R. - Per noi credenti tutto
quello che ci capita è sicuramente Parola di Dio. E allora quei tre corpi carbonizzati
sono Parola di Dio. Io spero di incontrare, anzi sicuramente incontrerò presto, i
sacerdoti della mia diocesi per poter chiedere loro: ma a questa Parola di Dio, dura
da accogliere, anche macabra per come si è presentata, cosa rispondiamo? Possiamo
rispondere ugualmente “Amen” o invece ci viene chiesto qualcosa di più? Un maggiore
impegno, un maggiore coinvolgimento, un maggiore coraggio, una capacità di spenderci
al di là di certi orari, di certe cerimonie, di una certa ripetitività stantia che
poi non arriva ad entrare nelle pieghe serie della storia di questa gente, di queste
persone che rischiano di essere travolte, ancora una volta, da questi eventi? Questo
è un po’ quello che mi sto chiedendo. Stiamo attenti a non pensare che quello che
è successo a Cassano sia un fatto isolato; magari lo fosse! Mi assumerei tutta la
bruttura di questo fatto! Ma invece quello che mi rattrista è che non è un fatto isolato,
stiamo attenti!