2014-01-20 13:26:44

Centrafrica: il parlamento sceglie il nuovo presidente di transizione. L'Ue invia missione


Il parlamento della Repubblica Centrafricana è riunito per eleggere il nuovo presidente del Consiglio nazionale di transizione, a seguito delle dimissioni il 10 gennaio dell’ex presidente e già leader dei ribelli Seleka, Michel Djotodia, accusato dalla comunità internazionale di essere rimasto passivo di fronte alle violenze che infiammano il Paese. Otto i candidati in lizza, tra cui il sindaco di Bangui, Catherine Samba Panza, e Sylvain Patassé e Désiré Kolingba, rispettivamente figli degli ex presidenti Ange-Félix Patassé e André Kolingba. In tutto il Paese intanto proseguono gli scontri, tanto che al Consiglio dei diritti umani di Ginevra il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha fatto pervenire un messaggio in cui parla di “una crisi di proporzioni epiche che richiede un’azione immediata e concertata” da parte della comunità internazionale. Al riguardo, l’Unione europea ha approvato una missione militare nel Paese, in appoggio a quella africana e francese già in corso, mentre i Paesi donatori - riuniti a Bruxelles - hanno promesso 500 milioni di dollari per il 2014. Ieri la Croce Rossa internazionale e quella centrafricana hanno annunciato la scoperta di una cinquantina di corpi tra Bangui e il confine col Camerun. Della situazione nella capitale, dove attualmente sono presenti le milizie anti-Balaka, ci parla padre Aurelio Gazzera, missionario carmelitano in Centrafrica, intervistato da Giada Aquilino:RealAudioMP3

R. – Da due o tre giorni cerchiamo di calmare gli anti-Balaka, che sono entrati in città e hanno saccheggiato un po’ tutto: i negozi degli arabi, le case. Ed ora che hanno saccheggiato tutto, stiamo cercando di rasserenare gli animi, ma sono minacciosi, sono tanti ed è veramente una situazione difficile.

D. – Perché stanno attaccando le attività commerciali?

R. – Per un sentimento di vendetta nei confronti della popolazione musulmana, per ciò che è successo in questi mesi, e poi semplicemente per rubare.

D. – In queste ore la situazione appare fuori controllo. Quale sarà il primo compito del nuovo presidente del Consiglio nazionale di transizione?

R. – Sarà molto, molto dura. Bisogna vedere che forza avrà e soprattutto cosa riuscirà a fare. Sta, infatti, saltando un po’ tutto nel Paese. Qui i Seleka sono partiti e gli anti-Balaka hanno preso la città, ma abbastanza pacificamente, perché non ci sono stati morti, per fortuna. A Bokaranga, invece, hanno preso la città, ci sono stati morti e case e quartieri bruciati. A Bouar ci sono minacce e a Bossemptele, che si trova a 90 chilometri, sanguinose violenze. Tutto il Paese, quindi, sta prendendo fuoco, anche perché le dimissioni dell’ex presidente sono state tardive. Bisogna vedere se il nuovo presidente avrà capacità, coraggio e sufficiente appoggio per poter fare qualcosa.

D. – La Croce Rossa ha annunciato la scoperta di 50 corpi, tra Bangui e il confine con il Camerun. Si tratta di vittime di quale violenza?

R. – Spesso sono vittime degli scontri tra anti-Balaka e Seleka o anche degli attacchi contro i civili musulmani. Purtroppo c’è talmente tanto risentimento che poi è difficile calmare gli animi.

D. – A Nord-Est di Bangui, nelle ultime ore, centinaia di musulmani si sarebbero rifugiati in una parrocchia, per sfuggire alle violenze...

R. – Sì, verso Boali, ma è ciò che è accaduto in tanti posti. Anche noi li stiamo assistendo in un quartiere di Bozoum: ieri abbiamo portato acqua, riso, cerchiamo di dar loro una mano come possiamo.

D. – In questo momento, cosa cercate di comunicare alla gente?

R. – Continuiamo a dire a tutti di stare calmi, di lavorare per il perdono e la riconciliazione e di cercare di pensare a ricostruire. Oggi noi abbiamo riaperto le scuole, ma nelle altre in città sono ancora chiuse. Questo è quello che cerchiamo di fare, ma non è così facile. Ci vuole ancora molto tempo prima di riuscire a riavere la pace.







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