Algeria: appello di pace di mons. Rault dopo gli scontri tra mozabiti ed arabi a Ghardaïa
“La fraternità è difficile da vivere ... siamo uomini e donne di diverse condizioni,
varie culture, origini e religioni, plasmati della stessa umanità, fratelli e sorelle
in Adamo ed Eva … ma questa fraternità può essere vissuta nel conflitto e nell’offesa,
persino nel tradimento”: è quanto scrive nel Bollettino mensile della diocesi mons.
Claude Rault, vescovo di Laghouat-Ghardaïa, in Algeria, commentando gli scontri verificatisi
nei giorni scorsi a Ghardaïa tra mozabiti ed arabi. La notizia giunge anche da media
locali che fanno un bilancio di oltre 200 feriti in seguito a violenti tafferugli
scoppiati tra la minoranza berbera dei mozabiti e la maggioranza araba nella città
di Ghardaïa. Le cause sarebbero da ricercare in divergenze sul concetto di comunità
e di nazione, ma si parla anche di conflitti inter-confessionali e di giochi nazionalistici
e manovre di potere. “E’ più difficile essere amici che essere fratelli o sorelle?
– si chiede mons. Rault che aggiunge – se la fraternità universale è un fatto, non
possiamo dire che lo sia l’amicizia … Come diventare amico di mio fratello, di mia
sorella? Qui è in gioco la nostra testimonianza”. Per il vescovo di Laghouat-Ghardaïa
il miglior laboratorio della vita evangelica è la vita comunitaria, ricordando che
tutti apparteniamo alla grande famiglia dell’Umanità. (T.C.)