Il Papa alla Rai: mai abdicare a servizio pubblico, informare rispettando le persone
Tenete sempre alto il “livello etico della comunicazione”. E’ quanto affermato da
Papa Francesco nell’udienza di sabato mattina ai dirigenti e dipendenti della Rai,
ricevuti in Aula Paolo VI, in occasione del 90.mo di inizio delle trasmissioni radiofoniche
e del 60.mo di quelle televisive. Il Pontefice ha messo l’accento sulla collaborazione
tra la Rai, la Radio Vaticana e il Ctv. Quindi, ha sottolineato che chi è “titolare
del servizio pubblico” non può “per nessun motivo” abdicare a questa responsabilità.
Prima dell’udienza, i dipendenti della Rai hanno partecipato ad una Messa, sempre
in Aula Paolo VI, presieduta dal cardinale Angelo Comastri. L'indirizzo d'omaggio
al Papa è stato indirizzato dal presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, che ha
messo in luce la necessità di ''rilanciare la Rai come vero servizio pubblico, fornendo
informazioni corrette e variegate e programmi piacevoli, capaci di divertire in modo
sobrio e equilibrato''. Il servizio di Alessandro Gisotti: Collaborazione.
Papa Francesco è partito da qui per riflettere sullo straordinario rapporto che, nei
decenni, si è andato costruendo tra la Rai e la Santa Sede. Il Papa ha rammentato
eventi straordinari che la Rai ha offerto agli utenti dal Concilio Vaticano II alle
elezioni dei Pontefici, dai funerali del Beato Wojtyla al Giubileo del 2000:
“Sia
sul versante della radio, sia su quello della televisione, il popolo italiano ha sempre
potuto accedere alle parole e, successivamente, alle immagini del Papa e degli eventi
della Chiesa, in Italia, mediante il servizio pubblico della Rai. Questa collaborazione
si realizza con i due enti vaticani: la Radio Vaticana e il Centro Televisivo Vaticano”.
Il
Papa ha, anche, ricordato alcune produzioni di carattere religioso e in particolare
i film Francesco di Liliana Cavani e Atti degli Apostoli di Roberto
Rossellini. La Rai, ha poi osservato, “è stata testimone dei processi di cambiamento
della società italiana nelle sue rapide trasformazioni, e ha contribuito in maniera
speciale al processo di unificazione linguistico-culturale dell’Italia”. “Ringraziamo
il Signore per tutto questo - ha proseguito - e portiamo avanti lo stile della collaborazione”.
Quindi, ha sviluppato una riflessione “sul valore e le esigenze del servizio pubblico”
e in particolare sulle “responsabilità per l’oggi e per il domani”.
“A
tutti voi che siete qui presenti, e a coloro che per diversi motivi non hanno potuto
prendere parte a questo nostro incontro, ricordo che la vostra professione, oltre
che informativa, è formativa, è un servizio pubblico, cioè un servizio al bene comune:
un servizio alla verità, un servizio alla bontà e un servizio alla bellezza”.
Tutte
le professionalità che fanno parte della Rai, ha soggiunto, “sanno di appartenere
ad un’azienda che produce cultura ed educazione, che offre informazione e spettacolo,
raggiungendo in ogni momento della giornata una gran parte di italiani”:
“È
una responsabilità a cui chi è titolare del servizio pubblico non può per nessun motivo
abdicare. La qualità etica della comunicazione è frutto, in ultima analisi, di coscienze
attente, non superficiali, sempre rispettose delle persone, sia di quelle che sono
oggetto di informazione, sia dei destinatari del messaggio”.
“Ciascuno,
nel proprio ruolo e con la propria responsabilità – ha poi avvertito - è chiamato
a vigilare per tenere alto il livello etico della comunicazione ed evitare" comportamenti
"che fanno tanto male, la disinformazione, la diffamazione e la calunnia”:
“Vi
auguro di lavorare bene, e di mettere fiducia e speranza nel vostro lavoro, per poterla
anche trasmettere: ce n’è tanto bisogno!”