Per l'Onu in Centrafrica rischio concreto di genocidio
In Centrafrica c’è un rischio concreto di genocidio: lo ha affermato ieri il delegato
dell’Onu in conferenza stampa a Ginevra, al ritorno da una missione nel Paese. Intanto
nelle ultime ore si contano 20 morti vicino alla città di Bouar e 7 in diversi episodi
di violenza nella capitale Bangui. Tra questi, un ragazzo di 15 anni colpito nei pressi
di una Moschea. Il servizio di Fausta Speranza:
Non ha dubbi
il capo delle operazioni umanitarie dell’ONU, John Ging: in Centrafrica “atrocità
vengono commesse continuamente e la gente ha paura delle altre comunità”. Ci sono
le premesse per un genocidio. Il responsabile dell’Onu spiega: ci sono gli stessi
elementi che abbiamo visto in Rwanda e in Bosnia. L’allarme è chiarissimo. Così come
è chiara la necessità di una stabilizzazione politica a Bangui. Il primo passo deve
essere l’elezione da parte del parlamento di un nuovo presidente in grado di assicurare
la pace. Intanto nel caos, alcune dinamiche si ripetono: accuse ai militari francesi,
che da dicembre cercano di disarmare le milizie locali antigovernative, diventano
motivo di attacchi. E si parla sempre più spesso di violenze tra esponenti di comunità
religiose diverse. Anche se i leader cristiani e musulmani tentano di evitare la strumentalizzazione:
il conflitto tra le diverse fazioni politiche legate o ostili all’ex presidente Djotodia
non deve diventare scontro interreligioso.