2014-01-17 14:24:56

Il vescovo Milito sulle sostanze chimiche a Goia Tauro: attenzione a parlare di guerra civile


Il governo continua a tranquillizzare sul trasbordo delle sostanze chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro. Per il ministro della Difesa, Mario Mauro, lo scalo è stato individuato per l’assoluta eccellenza nel trattare” quei materiali. In allarme le autorità locali. Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, dice che “si rischia di portare alla guerra civile un territorio”. Un comunicato della Presidenza del Consiglio rende noto intanto che il presidente del Consiglio Enrico Letta ha deciso di convocare lunedì pomeriggio, a Palazzo Chigi, tutte le parti interessate alla vicenda. Alessandro Guarasci ha sentito il vescovo Oppido Mamertina-Palmi, mons. Francesco Milito:RealAudioMP3

R. – Occorre, seppur dinanzi a notizie che non si aspettavano, essere un po' cauti e meno tempestivi. Non credo che le nostre autorità italiane, e quindi il governo, possano permettere che un’operazione di questo genere vada non a beneficio dell’Italia, che si tratti di Gioia Tauro o di un altro posto. Come credo che ci voglia molta attenzione, molta prudenza a non lasciarsi prendere dai titoli altisonanti. Bisogna rifarsi invece alle dichiarazioni del ministro Lupi, che su tutta la gamma delle problematiche, ha dato le spiegazioni giuste.

D. – Diciamo, dunque, che secondo lei non c’è rischio per la sicurezza. Gli abitanti, almeno secondo quanto dice il governo, possono stare tranquilli...

R. – Va dato credito al governo. Bisogna stare tranquilli, perché il trasbordo delle armi intanto non avverrà a terra, ma avverrà nave per nave, e poi la stessa distruzione, per quanto come sempre apprendiamo dai giornali, avverrà in acque internazionali. E’ comprensibile l’apprensione da parte di tutti, perché non si tratta di “regalini”, però da qui a creare un disagio o a parlare di rischio di guerra civile, secondo me ce ne corre. E stiamo attenti che i titoli non siano più pesanti delle armi.

D. – Qualcuno dice però che ci si ricorda della Calabria sempre per questioni scottanti, in questo caso appunto per sostanze chimiche, e poi quando c’è da fare sviluppo la Calabria viene abbandonata. Lei su questo concorda?

R. – Se la Calabria fosse oggetto continuo, e in modo operativo, di tante attenzioni, chiaramente non vi sarebbe tanto clamore e tanto chiasso in alcune occasioni.

D. – C’è chi teme anche possibili interventi della criminalità organizzata in quell’area. Bisogna, comunque, vigilare, questo è fuor di dubbio?

R. – In questo caso direi, come in altri, che le forze dell’ordine, e chi è competente in questi settori, lo farà adesso, come lo ha fatto in altre occasioni. Se qualcuno vuole metterci lo zampino, lo può mettere anche nelle cose più sante, e immaginiamoci in quelle che rappresentano delle problematiche, questo è evidente.







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