Il vescovo Milito sulle sostanze chimiche a Goia Tauro: attenzione a parlare di guerra
civile
Il governo continua a tranquillizzare sul trasbordo delle sostanze chimiche siriane
nel porto di Gioia Tauro. Per il ministro della Difesa, Mario Mauro, lo scalo è stato
individuato per l’assoluta eccellenza nel trattare” quei materiali. In allarme le
autorità locali. Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, dice che
“si rischia di portare alla guerra civile un territorio”. Un comunicato della Presidenza
del Consiglio rende noto intanto che il presidente del Consiglio Enrico Letta ha deciso
di convocare lunedì pomeriggio, a Palazzo Chigi, tutte le parti interessate alla vicenda.
Alessandro Guarasci ha sentito il vescovo Oppido Mamertina-Palmi, mons.Francesco Milito:
R. –
Occorre, seppur dinanzi a notizie che non si aspettavano, essere un po' cauti e meno
tempestivi. Non credo che le nostre autorità italiane, e quindi il governo, possano
permettere che un’operazione di questo genere vada non a beneficio dell’Italia, che
si tratti di Gioia Tauro o di un altro posto. Come credo che ci voglia molta attenzione,
molta prudenza a non lasciarsi prendere dai titoli altisonanti. Bisogna rifarsi invece
alle dichiarazioni del ministro Lupi, che su tutta la gamma delle problematiche, ha
dato le spiegazioni giuste.
D. – Diciamo, dunque, che secondo lei non c’è rischio
per la sicurezza. Gli abitanti, almeno secondo quanto dice il governo, possono stare
tranquilli...
R. – Va dato credito al governo. Bisogna stare tranquilli, perché
il trasbordo delle armi intanto non avverrà a terra, ma avverrà nave per nave, e poi
la stessa distruzione, per quanto come sempre apprendiamo dai giornali, avverrà in
acque internazionali. E’ comprensibile l’apprensione da parte di tutti, perché non
si tratta di “regalini”, però da qui a creare un disagio o a parlare di rischio di
guerra civile, secondo me ce ne corre. E stiamo attenti che i titoli non siano più
pesanti delle armi.
D. – Qualcuno dice però che ci si ricorda della Calabria
sempre per questioni scottanti, in questo caso appunto per sostanze chimiche, e poi
quando c’è da fare sviluppo la Calabria viene abbandonata. Lei su questo concorda?
R.
– Se la Calabria fosse oggetto continuo, e in modo operativo, di tante attenzioni,
chiaramente non vi sarebbe tanto clamore e tanto chiasso in alcune occasioni.
D.
– C’è chi teme anche possibili interventi della criminalità organizzata in quell’area.
Bisogna, comunque, vigilare, questo è fuor di dubbio?
R. – In questo caso direi,
come in altri, che le forze dell’ordine, e chi è competente in questi settori, lo
farà adesso, come lo ha fatto in altre occasioni. Se qualcuno vuole metterci lo zampino,
lo può mettere anche nelle cose più sante, e immaginiamoci in quelle che rappresentano
delle problematiche, questo è evidente.