Il Papa ha ricevuto il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, con una delegazione
dell’Expo 2015, in programma nel capoluogo lombardo dal primo maggio al 31 ottobre
dell’anno prossimo sul tema «Nutrire il pianeta, energia per la vita». Il porporato
e la delegazione hanno invitato a Milano il Papa in occasione di questo importante
evento. Papa Francesco ha incoraggiato l'iniziativa ed ha preso atto con interesse
dell'invito a Milano. E’ quindi rimasto positivamente colpito dall'opportunità di
lavoro che l’Expo rappresenta per i giovani e dai progetti di cooperazione internazionali.
Sull’incontro, Sergio Centofanti ha sentito lo stesso cardinale Angelo Scola:
R. – E’ andato
molto bene. E’ stato un incontro molto cordiale, nel quale il cardinale Ravasi ed
io abbiamo presentato la modalità con cui la Santa Sede, la diocesi di Milano e la
Cei proporranno una visione cristiana del tema dell’alimentazione all’interno di Expo.
E poi il commissario generale, il dott. Sala, e la responsabile del Padiglione Italia,
la dott.ssa Bracco, hanno spiegato più analiticamente il valore dell’Expo. Il dott.
Sala ha illustrato la sua forza internazionale e i 141 Paesi presenti e, dall’altra
parte, la dott.ssa Bracco ha parlato del Padiglione Italia, della centralità che esso
avrà, essendo il Paese ospitante, e ha fatto molto riferimento anche all’attenzione
che intendono avere nel portare aiuto alla creazione di nuove filiere produttive nei
Paesi africani, parlando di un’esperienza legata al Togo; ha anche sottolineato l’aspetto
dell’azione delle donne all’interno di Expo: circa una quarantina sono commissari
dei padiglioni di vari Paesi. Il Papa ci ha detto: “Avanti, avanti!”.
D. –
Quali le prospettive dell’Expo?
R. – E’ un confronto internazionale su un tema
di capitale importanza, che coinvolge aspetti di carattere scientifico, tecnico, culturale,
sociale e religioso. Si va dai temi scottanti come il tema della povertà e della fame
al tema degli organismi modificati, al tema del rapporto tra i popoli, soprattutto
i popoli più ricchi e quelli che ancora sono provati, al peso che nella produzione
alimentare deve avere la finanza, alla modalità con cui questi prodotti devono essere
trattati, al senso della dimensione artistica dell’alimentazione, fino al tema della
convivialità, che è decisivo in ogni cultura. Sono tutti aspetti che vedono coinvolti
i 141 Paesi. Ovviamente sarà una possibilità straordinaria di confronto. Sono previsti
più di 25 milioni di visitatori e tutti i Paesi rilevanti si sono impegnati o a fare
un padiglione o a proporre delle iniziative all’interno dei cluster, che gli organizzatori
hanno creato, per quei Paesi che non sono in grado di fare un padiglione. Insomma,
quindi, mi pare che questa sia una panoramica che ormai si va chiarendo. Poi, bisognerebbe
avere il tempo di entrare in ognuna di queste tematiche.
D. – L’Expo, una buona
occasione per un Paese che aspetta di ripartire…
R. – Direi che può essere
un’occasione straordinaria. Il problema è che non si commetta un errore che spesso
commettiamo: di concentrarci solo sugli aspetti materiali del problema. Dobbiamo dare
al tema tutto il suo respiro e quindi pensare al corpo, ma anche al corpo come segno
ed espressione della totalità della persona e quindi del suo spirito. Noi cristiani
abbiamo un compito importante da questo punto di vista. Se affrontiamo il tema in
termini integrali, anche l’aspetto di favorire la ripresa economica, secondo me, sarà
facilitato. Quindi, il Paese potrà trarre grande beneficio dall’Expo.