Ucraina. Parlamento vota legge di bilancio senza dibattito in aula. Piazza in fermento
Il parlamento ucraino, la "Verkhovna Rada", ha approvato la legge di bilancio per
il 2014. Ma lo ha fatto senza alcuna discussione in aula a causa della protesta di
alcuni deputati dell'opposizione, che stanno bloccando la tribuna del parlamento.
Chiedono le dimissioni del ministro dell'Interno, Vitali Zakharcenko, considerato
responsabile delle violenze della polizia sui manifestanti "europeisti". Solo 261
deputati su 450 si sono registrati alla seduta di questo giovedì. In piazza, restano
le forti tensioni tra europeisti e filogovernativi. Fausta Speranza ha parlato
con il prof.Aldo Ferrari dell’Università Ca Foscari di Venezia, che
si occupa di Russia e Europa orientale anche per l’Ispi, Istituto per gli Studi di
Politica Internazionale:
R. – Tra le
dinamiche principali dell’Ucraina, c’è proprio questo confronto tra europeisti e non
europeisti, che forse si possono definire filorussi. C’è naturalmente molto altro.
C’è tutta una situazione economica, una situazione culturale complessa del Paese.
Ma in larga misura la dinamica politica è proprio questa e si gioca sullo scontro
di due diverse visioni del presente e soprattutto del futuro dell’Ucraina. E l’Ucraina
tende ormai a diventare una sorta di campo di battaglia tra la prospettiva europea
e la prospettiva russa, o meglio dell’Unione doganale euroasiatica. Sarebbe auspicabile
che Unione Europea e Federazione Russa lavorassero insieme all’Ucraina per comporre
le divergenze, che sono reali, che sono serie, in una collaborazione, anziché in una
contrapposizione. Ecco, questo mi sembra manchi anche da parte europea.
D.
– Tra tutte le questioni, c’è anche la legge finanziaria da votare...
R. –
L’Ucraina è un Paese che ha serissimi problemi economici e un Paese la cui indipendenza
resta precaria, non solo per la reale spaccatura culturale e storica tra le due anime
del Paese, ma anche per una situazione economica che resta difficilissima, in gran
parte per l’irrisolto problema politico con la Russia. L’Ucraina ha dei problemi strutturali:
è un Paese totalmente importatore di energia. Quindi, da questo punto di vista, la
legge finanziaria è un passo fondamentale per la stabilizzazione politica del Paese.
D.
– Era un po’ nelle cose, come dire, che l’Ucraina si trovasse in questa situazione
di difficoltà tra Europa e Russia o qualche passo poteva essere diverso – penso alla
posizione dell’Unione Europea e alle dinamiche russe – perché questo Paese non si
trovasse a stare né di qua né di là?
R. – Purtroppo, questo essere un po’
di qua e un po’ di là è inscritto nella storia stessa del Paese, che ha avuto una
parte occidentale inserita per secoli nell’Europa centrale, nell’Impero asburgico,
nella Polonia, e una parte orientale che ha gravitato, almeno dal XVII secolo, intorno
alla Russia, o meglio all’interno della Russia. Quindi, è chiaro che secoli di storia
non si cancellano in pochi decenni, non si cancellano con un atto di indipendenza,
che si vede adesso essere ancora precario, essere insufficiente. La storia stessa
contrasta l’unità reale del Paese. Poi, errori sono stati commessi probabilmente da
un lato e dall’altro. Da parte russa, è difficilissimo ammettere che l’Ucraina non
sia parte del sistema russo. E’ molto, molto difficile. Kiev, da parte della stragrande
maggioranza dei russi, è percepita non solo come una città russa, ma come la madre
delle città russe. L’Ucraina è percepita come qualcosa di interno. Molti ucraini la
pensano così, ma poi ci sono altri, soprattutto gli ucraini occidentali, che assolutamente
non pensano la stessa cosa. Quindi laddove esistono queste spaccature interne ad un
Paese su una questione così cruciale, come quella dell’identità nazionale, del collocamento
storico e politico del Paese, è chiaro che la situazione non può che essere questa:
di lacerazione. Detto questo, la politica dell’Unione Europea sembra un poco troppo
ambiziosa e un poco strumentale nei confronti di questo Paese. Io non credo che l’Unione
Europea abbia realmente la capacità di assorbire un Paese di queste dimensioni e con
queste problematiche interne, in primo luogo economiche, in un’adesione così stretta.
Fare promesse, quindi, indurre la parte antirussa della popolazione a questa radicalizzazione,
a mio giudizio, non è una politica accurata, non è una politica oculata da parte europea.
D’altra parte, c’è la Russia che usa le leve di cui dispone anche con prepotenza,
per mantenere l’Ucraina sotto il proprio controllo, anzi, per aumentare ulteriormente
questo controllo, perché se eventualmente l’Ucraina aderisse all’Unione doganale euroasiatica
sarebbe un passo importante, forse irreversibile, verso un riavvicinamento alla Russia.