Renzi: riforme o fallimento. Il discorso del segretario all'assemblea Pd
Sulle riforme, a cominciare da quella elettorale, finora solo fallimenti. Il segretario
del Pd Matteo Renzi, aprendo la direzione del partito, prima volta per lui, lancia
subito il suo messaggio: scarseggiano i risultati, il Pd si gioca la faccia. E avverte:
o si fanno le riforme o sul partito cadrà la colpa del fallimento. Assente il premier
Letta che però si dice fiducioso circa quella che definisce coraggiosa azione di Renzi
sulla legge elettorale. Servizio di Francesca Sabatinelli:
Renzi spera
di chiudere entro lunedì sul modello di legge elettorale, dopo aver chiesto alla direzione
del partito il mandato sui paletti alla riforma. Punto centrale per il Pd è il premio
di maggioranza che, spiega il segretario, consente la governabilità. Renzi poi respinge
al mittente quello che definisce il ricatto di chi dice sì alla legge ma se si voterà
a omaggio. Una parte del partito è scossa dal possibile incontro Renzi-Berlusconi,
definito inopportuno da alcuni esponenti, come Roberto Speranza, capogruppo Pd alla
Camera che, dice, non approva un confronto con “una persona che è stata condannata
in terzo grado". Appuntamento anche tra gli esponenti di Scelta Civica e quelli del
Nuovo Centrodestra che sollecitano un incontro con tutte le forze politiche della
maggioranza, ribadendo la preferenza per il doppio turno. Per Vendola il modello già
rodato resta il Mattarellum, mentre Grillo e il M5S spingono per il voto immediato
con "la legge elettorale proporzionale confezionata dalla Corte Costituzionale” che,
bocciando il Porcellum, ha stabilito il no al premio di maggioranza e la possibilità
per l’elettore di esprimere una sola preferenza.