2014-01-16 13:02:05

Mons. Tomasi: la Chiesa cattolica vuole essere di esempio nella protezione dell’infanzia


La Santa Sede, come altri Stati, ha discusso all’Ufficio Onu di Ginevra il rapporto sull’applicazione della Convenzione sui Diritti del Fanciullo. Il rapporto è stato presentato al Comitato sulla Convenzione da mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore vaticano presso la sede Onu di Ginevra. I punti salienti del suo intervento nel servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

La Chiesa cattolica vuole “diventare un esempio” nella lotta contro gli abusi e per la protezione dell’infanzia. E’ quanto sottolineato da mons. Tomasi, nel presentare il rapporto della Santa Sede al Comitato sulla Convenzione per i diritti del fanciullo. Il presule - riferendosi alle “Risposte scritte” alle domande rivolte dall’organismo Onu - ha presentato in modo dettagliato l’impegno della Chiesa per affrontare il crimine orrendo degli abusi, tanto a livello centrale della Santa Sede – con l’approvazione di Linee guida per le Chiese locali – quanto a livello di base, nelle diverse articolazioni ecclesiali, in particolare nelle strutture educative. Mons. Tomasi ha poi ricordato tutta una serie di strumenti approvati in questi ultimi anni, sia a livello interno che internazionale, per far fronte a questo “triste fenomeno”. Si tratta di un impegno, ha detto mons. Tomasi, portato avanti in prima persona dagli ultimi Pontefici, e in particolare da Benedetto XVI. E ora assunto da Papa Francesco, anche con l’annuncio della creazione di una Commissione per la Protezione dei Minori. “Non ci può essere mai giustificazione – ha ribadito l’osservatore vaticano – per alcuna forma di violenza e sfruttamento dei bambini”. Ed ha così enumerato i pilastri dell’impegno della Santa Sede per l’infanzia, così come presentati nel rapporto: la difesa della dignità del bambino in tutte le sue dimensioni e sin dal concepimento; il rispetto e la promozione dei diritti della famiglia dove il bambino si sviluppa; il diritto all’educazione dei figli da parte dei genitori e alla libertà religiosa. La Santa Sede, ha concluso mons. Tomasi, dà il benvenuto ad ogni “suggerimento che il Comitato voglia dare alla Santa Sede per la promozione” e il “rispetto dei diritti dei minori” e per la “efficace implementazione di quanto stabilito dalla Convenzione e dai suoi Protocolli”.

Sull’importante sessione, Alessandro Gisotti ha intervistato mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore vaticano presso la sede Onu di Ginevra:RealAudioMP3

R. – Oggi, è in sessione il comitato della Convenzione dei diritti del fanciullo, è la 65.ma sessione di questo Comitato. L’obiettivo è di esaminare i rapporti di alcuni Stati: Russia, Germania, Santa Sede, Portogallo, Congo, Yemen. Questi hanno presentato un rapporto sull’applicazione della Convenzione sui diritti del fanciullo nel loro territorio. Si tratta di una richiesta per tutti i Paesi che hanno firmato la Convenzione; per cui anche la Santa Sede – che ha ratificato la Convenzione nel 1990 – ha l’obbligo di presentare un suo rapporto di come attua le esigenze, i principi e le direttive di questa Convenzione. Il Comitato presenta le sue osservazioni sul rapporto dato, dando così il via ad un dialogo tra lo Stato interessato e gli esperti del Comitato. La Santa Sede partecipa in questo esercizio come gli altri Stati, lo vede come una buona occasione per riaffermare i valori e le procedure della Convenzione, come ha dichiarato quando l’ha ratificata nel 1990. Quindi, è un momento utile per far avanzare la protezione dei bambini nel mondo.

D. – Da alcune parti sono state rivolte critiche alla Santa Sede. Cosa risponde a riguardo?

R. – Le critiche sono facili a farsi, alle volte hanno qualche fondamento reale; qualsiasi crimine è un male ma quando ci sono bambini coinvolti diventa ancora più grave. L’accusa alla Santa Sede che avrebbe ostacolato l’attuazione della giustizia, mi sembra essere un po’ campata in aria: impedire il corso della giustizia, in qualsiasi Paese, a detrimento della sua legittima giurisdizione sarebbe un’interferenza indebita ed ingiusta da parte di qualsiasi soggetto. La Santa Sede sostiene il diritto ed il dovere di ogni Paese a perseguire ogni crimine contro i minori; quindi, non regge la critica per cui si cerca di interferire od ostacolare il corso della giustizia. Al contrario, si vuole – come Papa Francesco insiste – che ci sia trasparenza e che la giustizia abbia il suo corso.

D. – Quali sono le prospettive future su questo tema a Ginevra?

R. – La Santa Sede è impegnata ad attuare i suoi obblighi internazionali, inclusi quelli che derivano dalla ratifica della Convenzione dei diritti del fanciullo. La Santa Sede prenderà in dovuta considerazione le osservazioni, i commenti, i suggerimenti che il Comitato di esperti della Convenzione vorrà fare. In questa maniera promuoverà non solo l’attuazione della Convenzione ma anche una attenzione più accurata e più efficace nella protezione dei bambini. Il Santo Padre Francesco ha già annunciato la creazione di una Commissione per la protezione dei minori; le indicazioni del Comitato saranno studiate attentamente da questa nuova Commissione in modo da rafforzare su tutto il fronte il servizio generoso che già le Chiese locali danno ai bambini; ma soprattutto l’impegno della Santa Sede nel suo territorio e per quanto le compete nel campo internazionale di sostenere tutti gli aspetti e gli elementi che aiutano veramente la formazione, la protezione e alla buona crescita dei minori, dei bambini del mondo.







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