Mons. Tomasi: la Chiesa cattolica vuole essere di esempio nella protezione dell’infanzia
La Santa Sede, come altri Stati, ha discusso all’Ufficio Onu di Ginevra il rapporto
sull’applicazione della Convenzione sui Diritti del Fanciullo. Il rapporto è stato
presentato al Comitato sulla Convenzione da mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore
vaticano presso la sede Onu di Ginevra. I punti salienti del suo intervento nel servizio
di Alessandro Gisotti:
La Chiesa cattolica
vuole “diventare un esempio” nella lotta contro gli abusi e per la protezione dell’infanzia.
E’ quanto sottolineato da mons. Tomasi, nel presentare il rapporto della Santa Sede
al Comitato sulla Convenzione per i diritti del fanciullo. Il presule - riferendosi
alle “Risposte scritte” alle domande rivolte dall’organismo Onu - ha presentato in
modo dettagliato l’impegno della Chiesa per affrontare il crimine orrendo degli abusi,
tanto a livello centrale della Santa Sede – con l’approvazione di Linee guida
per le Chiese locali – quanto a livello di base, nelle diverse articolazioni ecclesiali,
in particolare nelle strutture educative. Mons. Tomasi ha poi ricordato tutta una
serie di strumenti approvati in questi ultimi anni, sia a livello interno che internazionale,
per far fronte a questo “triste fenomeno”. Si tratta di un impegno, ha detto mons.
Tomasi, portato avanti in prima persona dagli ultimi Pontefici, e in particolare da
Benedetto XVI. E ora assunto da Papa Francesco, anche con l’annuncio della creazione
di una Commissione per la Protezione dei Minori. “Non ci può essere mai giustificazione
– ha ribadito l’osservatore vaticano – per alcuna forma di violenza e sfruttamento
dei bambini”. Ed ha così enumerato i pilastri dell’impegno della Santa Sede per l’infanzia,
così come presentati nel rapporto: la difesa della dignità del bambino in tutte le
sue dimensioni e sin dal concepimento; il rispetto e la promozione dei diritti della
famiglia dove il bambino si sviluppa; il diritto all’educazione dei figli da parte
dei genitori e alla libertà religiosa. La Santa Sede, ha concluso mons. Tomasi, dà
il benvenuto ad ogni “suggerimento che il Comitato voglia dare alla Santa Sede per
la promozione” e il “rispetto dei diritti dei minori” e per la “efficace implementazione
di quanto stabilito dalla Convenzione e dai suoi Protocolli”.
Sull’importante
sessione, Alessandro Gisotti ha intervistato mons. Silvano Maria Tomasi,
osservatore vaticano presso la sede Onu di Ginevra:
R. – Oggi, è
in sessione il comitato della Convenzione dei diritti del fanciullo, è la 65.ma sessione
di questo Comitato. L’obiettivo è di esaminare i rapporti di alcuni Stati: Russia,
Germania, Santa Sede, Portogallo, Congo, Yemen. Questi hanno presentato un rapporto
sull’applicazione della Convenzione sui diritti del fanciullo nel loro territorio.
Si tratta di una richiesta per tutti i Paesi che hanno firmato la Convenzione; per
cui anche la Santa Sede – che ha ratificato la Convenzione nel 1990 – ha l’obbligo
di presentare un suo rapporto di come attua le esigenze, i principi e le direttive
di questa Convenzione. Il Comitato presenta le sue osservazioni sul rapporto dato,
dando così il via ad un dialogo tra lo Stato interessato e gli esperti del Comitato.
La Santa Sede partecipa in questo esercizio come gli altri Stati, lo vede come una
buona occasione per riaffermare i valori e le procedure della Convenzione, come ha
dichiarato quando l’ha ratificata nel 1990. Quindi, è un momento utile per far avanzare
la protezione dei bambini nel mondo.
D. – Da alcune parti sono state rivolte
critiche alla Santa Sede. Cosa risponde a riguardo?
R. – Le critiche sono facili
a farsi, alle volte hanno qualche fondamento reale; qualsiasi crimine è un male ma
quando ci sono bambini coinvolti diventa ancora più grave. L’accusa alla Santa Sede
che avrebbe ostacolato l’attuazione della giustizia, mi sembra essere un po’ campata
in aria: impedire il corso della giustizia, in qualsiasi Paese, a detrimento della
sua legittima giurisdizione sarebbe un’interferenza indebita ed ingiusta da parte
di qualsiasi soggetto. La Santa Sede sostiene il diritto ed il dovere di ogni Paese
a perseguire ogni crimine contro i minori; quindi, non regge la critica per cui si
cerca di interferire od ostacolare il corso della giustizia. Al contrario, si vuole
– come Papa Francesco insiste – che ci sia trasparenza e che la giustizia abbia il
suo corso.
D. – Quali sono le prospettive future su questo tema a Ginevra?
R.
– La Santa Sede è impegnata ad attuare i suoi obblighi internazionali, inclusi quelli
che derivano dalla ratifica della Convenzione dei diritti del fanciullo. La Santa
Sede prenderà in dovuta considerazione le osservazioni, i commenti, i suggerimenti
che il Comitato di esperti della Convenzione vorrà fare. In questa maniera promuoverà
non solo l’attuazione della Convenzione ma anche una attenzione più accurata e più
efficace nella protezione dei bambini. Il Santo Padre Francesco ha già annunciato
la creazione di una Commissione per la protezione dei minori; le indicazioni del Comitato
saranno studiate attentamente da questa nuova Commissione in modo da rafforzare su
tutto il fronte il servizio generoso che già le Chiese locali danno ai bambini; ma
soprattutto l’impegno della Santa Sede nel suo territorio e per quanto le compete
nel campo internazionale di sostenere tutti gli aspetti e gli elementi che aiutano
veramente la formazione, la protezione e alla buona crescita dei minori, dei bambini
del mondo.