Commissione teologica internazionale: violenza in nome di Dio corrompe la religione
“Dio Trinità, unità degli uomini. Il monoteismo cristiano contro la violenza”:
è il titolo del documento pubblicato dalla Commissione teologica internazionale, presieduta
dal prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, mons. Gerhard L. Müller.
Lo studio, elaborato in cinque anni di lavoro, è dedicato a confutare “la teoria diversamente
argomentata di “un rapporto necessario fra il monoteismo e le guerre di religione”.
Il servizio di Roberta Gisotti:
Si parte dalla
domanda: in che modo “la teologia cattolica può confrontarsi con l’opinione culturale
e politica che stabilisce un intrinseco rapporto fra monoteismo e violenza”? La risposta
dei teologi – racchiusa in 40 pagine e ordinata in cinque capitoli – poggia anzitutto
sulla “fede cristiana che riconosce nell’eccitazione alla violenza in nome di Dio
la massima corruzione della religione” e nella convinzione “condivisa da moltissimi
contemporanei, credenti e non credenti, che le guerre interreligiose, come anche la
guerra alla religione, siano semplicemente insensate”.
Osservano i teologi
cattolici che la nozione di monoteismo è “ancora troppo generica quando sia usata
come cifra di equivalenza delle religioni storiche” – identificate come Ebraismo,
Islam, Cristianesimo – “che confessano l’unicità di Dio” e criticano la “semplificazione
culturale che riduce l’alternativa fra un monoteismo necessariamente violento e un
politeismo presuntivamente tollerante”. I teologi indagano poi sul “rapporto fra rivelazione
di Dio e umanesimo non violento”, soffermandosi quindi sulle "pagine difficili" della
fede biblica, dove “la rivelazione di Dio si trova coinvolta nelle forme della violenza
fra gli uomini”. E ancora approfondiscono l’evento della morte e della resurrezione
di Gesù, nella chiave della riconciliazione fra gli uomini”. Per cui, “la rivelazione
iscritta nell’evento di Gesù Cristo, che rende apprezzabile la manifestazione dell’amore
di Dio, consente di neutralizzare la giustificazione religiosa della violenza sulla
base della verità cristologica e trinitaria di Dio”.
Affrontano poi i teologi
le “implicazione filosofiche del pensiero di Dio”, entrando nei “punti di discussione
con l’odierno ateismo”. L’itinerario di ricerca si conclude con la certezza che “la
rivelazione cristiana purifica la religione, nel momento stesso in cui le restituisce
il suo significato fondamentale per l’esperienza umana del senso”. Da qui, l’invito
finale dei teologi cattolici a “trattare sempre congiuntamente il contenuto teologico
e lo sviluppo storico della rivelazione cristiana di Dio".