Domenica 19 gennaio
è stata celebrata la 100ma Giornata del Migrante e del Rifugiato. "E' importante
che nelle nostre comunità cristiane s'imparino e s'insegnino le parole per un mondo
migliore: incontro, accoglienza, ospitalità, tutela, condivisione, dialogo, rispetto
delle differenze", sottolinea la Fondazione Migrantes (CEI). Papa Francesco nel suo
Messaggio ricorda che, guardando i volti di 40.000 persone, uomini e donne, bambini
e famiglie costretti ad abbandonare le loro case per varie ragioni, non possiamo non
volere per loro qualcosa di più". Dove comincia lo sfruttamento lavorativo degli immigrati?
Le testimonianze di don Pietro Cui e don Marco Yaroslav Semehen, rispettivamente
coordinatore della Pastorale per i cinesi e gli ucraini in Italia. Entrambi evidenziano
i limiti, se non l'impossibilità, a partecipare alla pratica di fede cattolica per
questi immigrati, costretti a ritmi di lavoro talvolta anche disumani. Don Mussie
Zerai, presidente dell'Agenzia Habescia per la Cooperazione e lo Sviluppo invita
le istituzioni a velocizzare l'iter di reperimento di condizioni logistiche vivibili
per le centiania di somali ed eritrei, sopravvissuti alla tragedia di Lampedusa, che
occupano uno stabile abbandonato nel centro di Roma, senza le minime condizioni igieniche.
Intanto gli sbarchi proseguono a Pozzallo (Ragusa). L'opera di accoglienza e integrazione
svolta dalla Caritas di Noto, raccontata dal direttore Maurilio Assenza. (a cura
di Antonella Palermo)