Convegno al Bambino Gesù: un paziente psichiatrico su tre, fra i minori, fa uso di
droghe
Un paziente psichiatrico su tre, tra i minori, fa uso continuo di droghe. E’ questo
uno dei dati presentati al Convegno svoltosi all'Ospedale Bambin Gesù di Roma dal
titolo ”Disagio giovanile: individuare i soggetti a rischio e prevenire le difficoltà”.
Il fenomeno dell’uso di stupefacenti in età pediatrica ha subito modificazioni nel
corso degli anni se ne è discusso eplorando cause e possibili soluzioni. Eliana
Astorri ha intervistato Federico Vigevano, direttore del Dipartimento di
neuroscienze dell’ospedale romano:
D. - Prof. Vigevano,
qual è il legame tra l’uso di sostanze stupefacenti in età giovanile e disturbo psichiatrico?
R.
– Dai nostri dati, dai dati in letteratura, sappiamo che circa un terzo dei ragazzi
che presentano severe patologie psichiatriche – in particolare psicosi, disturbo del
comportamento e tentato suicidio – fanno uso di droghe. Quindi, la droga è considerata
una causa, o concausa di queste severe patologie psichiatriche.
D. – Cosa è
cambiato negli ultimi anni nell’uso di stupefacenti da parte dei giovani per quanto
riguarda l’età della prima assunzione e tipo di sostanza?
R. – Sappiamo che
circa il 20% dei ragazzi delle scuole medie-superiori ha avuto un contatto nell’ultimo
anno con la cannabis; se analizziamo la cocaina si scende al 3% ed per altri oppiacei
si scende a circa l’1,5%. Quello che sappiamo è che l’età del contatto è sempre più
precoce, si scende fino ai 12-13 anni.
D. – E’ noto il profilo-tipo del giovane
che usa queste sostanze, mi riferisco alla situazione sociale in cui vive...
R.
– Sappiamo chiaramente che ci sono situazioni familiari ed anche caratteriali di questi
ragazzi che sono a “rischio” per l’avvicinarsi alle droghe. Sicuramente situazioni
di contrasti familiari, situazioni in cui c’è già un utilizzo di droghe da parte dei
genitori. Sappiamo, per quanto riguarda i bambini, che certe particolari caratteristiche
- come la sindrome da iperattività e disattenzione, o atteggiamenti oppositivi, provocatori
– predispongono all’utilizzo poi di droghe. Noi vogliamo occuparci di questi bambini
in età prepuberale. Questa è la novità della nostra attività: cercare di individuare
precocemente i bambini che sono a rischio di abuso di droghe.
D. – Come è possibile
individuare questi soggetti a rischio, fare una diagnosi precoce e quindi prevenzione?
R.
– Ci vuole informazione a livello degli operatori sanitari: se tutti conosciamo bene
la tipologia della famiglia, quali sono le caratteristiche dei bambini a rischio di
questa evoluzione, intanto possiamo informare la famiglia, seguire le famiglie e fare
un intervento precoce soprattutto in età prepuberale. Quando invece sono già ragazzi
sui 13-14 anni, faremo gruppi di lavoro con ragazzi più o meno coetanei.