Mozambico: gli scontri esercito-Renamo causano centinaia di profughi
Gli scontri tra le forze di sicurezza e i guerriglieri della Renamo (Resistenza Nazionale
Mozambicana), hanno costretto alla fuga più di 4000 persone nella provincia di Sofala,
nel centro-sud del Mozambico. In questa provincia, nella foresta di Gorongosa, a Satunjira,
era collocato il quartiere generale della Renamo, conquistato dall’esercito il 21
ottobre. L’area circostante è stata evacuata dalla popolazione che si è riversata
nella città di Gorongosa. Altri combattimenti sono stati segnalati nel sud del Mozambico,
facendo temere un ulteriore inasprimento del confronto tra la Renamo e il governo
guidato dal Frelimo (Fronte di Liberazione del Mozambico). I due movimenti si sono
combattuti in una guerra che ha devastato il Paese dal 1975 (anno dell’indipendenza)
al 1992, quando a Roma le due parti hanno firmato gli accordi di pace, che hanno permesso
alla Renamo di diventare un partito politico. Il 13 gennaio il governo ha annunciato
che la Renamo non si è presentato ad una sessione negoziale prevista per quel giorno.
Le due parti non sono riuscite ancora a trovare un’intesa su come proseguire la trattativa.
La Renamo in particolare ha chiesto che tra i mediatori vi siano personalità straniere
(tra le quali il vescovo ausiliare di Roma mons. Matteo Zuppi) e che alla trattativa
partecipino osservatori provenienti da Usa, Cina, Portogallo, Capo Verde, Kenya e
Botswana. Una richiesta finora respinta dal governo. Ad aggravare le condizioni di
sicurezza c’è anche la piaga dei rapimenti di stranieri e di mozambicani benestanti.
L’ultimo è un imprenditore di origine indiana rapito il 10 gennaio nel centro di Maputo.
Gli importanti giacimenti di gas (e di carbone) del Mozambico stanno suscitando l’interesse
di diversi Paesi, come il Giappone, il cui Premier, Shinzo Abe, è stato accolto a
Maputo, il 12 gennaio. (R.P.)