Francia: atti vandalici contro le chiese. Il card. Vingt-Trois: pochi messaggi di
sostegno
Non esiste solo l’antisemitismo del comico francese di origine africana Dieudonné
M’Bala M’Bala. Non esistono solo le offese ad ebrei e musulmani. Anche le chiese cattoliche
in Francia nell’ultimo anno sono state prese di mira e colpite da una serie di atti
vandalici. Gli ultimi due si sono consumati nel giro di 15 giorni a Parigi. Il primo
si è svolto nella chiesa della Madeleine il 20 dicembre scorso a pochi giorni dal
Natale ed è stato opera di un’attivista delle Femen, il gruppo di femministe che si
esibiscono a seno nudo in luoghi emblematici. L’altro atto vandalico si è consumato
il 4 gennaio scorso: un uomo solo e “determinato” è entrato nella chiesa Sainte-Odile
e nonostante la presenza di due fedeli che hanno cercato di fermarlo, ha distrutto
6 candelabri, il cero pasquale, ha colpito il tabernacolo, versato per terra l’acqua
del battistero e gettato a terra una statua. Brucia ancora forte infine il ricordo
degli atti vandalici che sono stati compiuti a giugno a Nantes dove la cattedrale
era stata imbrattata con simboli satanisti e nazisti. Sebbene sia stata presentata
immediatamente una denuncia alla prefettura della polizia, il cardinale arcivescovo
di Parigi, André Vingt-Trois ha aspettato a reagire pubblicamente per non creare tensioni
inutili e soprattutto per non attirare l’attenzione sul caso delle Femen. Poi nei
giorni scorsi parlando alla radio della sua arcidiocesi, ha espresso un augurio che
è stato poi riportato per iscritto: “il mio augurio per il 2014 è che la nostra società
si pacifichi”. Ed ha aggiunto: “le provocazioni e la derisioni sono diventate come
una seconda cultura. È un processo insano perché la cultura della derisione è la porta
aperta a tutti gli eccessi”. Ciò però che ha sorpreso l’arcivescovo è stata la scarsità
di reazioni a sostegno della comunità cattolica da parte dei politici. “Abbiamo ricevuto
qualche messaggio”, ha detto il cardinale “ma sono colpito dal fatto che i grandi
difensori della laicità non si siano manifestati. Era il momento di dimostrare che
la laicità è la protettrice dei credenti e delle religioni. Ci sono voci che sono
rimaste in silenzio. Avremmo apprezzato, se non delle dimostrazioni pubbliche, quanto
meno dei gesti di chiara disapprovazione. Sono pertanto sorpreso che ce ne siano stati
così pochi”. Sulla questione, interviene anche il portavoce della Conferenza episcopale
francese monsignor Bernard Podvin: “La domanda - dice - di molti cattolici di essere
trattati alla pari con altri cittadini feriti nelle loro fedi, è legittima. I poteri
pubblici devono dare prova di fermezza e prendere le decisioni e le sanzioni necessarie”.
(R.P.)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVIII no.
14