Malaysia: vietato ai cristiani l'uso della parola "Allah". Il commento di Adname Mokrani
Padre Lawrence Andrew, sacerdote malaysiano e direttore del giornale cattolico “Herald”,
settimanale diocesano di Kuala Lumpur, è indagato dalla giustizia malaysiana e rischia
di essere incriminato e processato per “sedizione”. Un’accusa legata all’utilizzo
da parte dei cattolici della parola “Allah” per riferirsi a Dio. Il servizio è di
Filippo Passantino:
Secondo la Chiesa
locale, 109 denunce sono state depositate contro di lui, per aver affermato in un
articolo sul numero di “Herald” del 27 dicembre che i fedeli cattolici hanno il diritto
di continuare a utilizzare la parola “Allah” per riferirsi a Dio. Nell’articolo, padre
Lawrence Andrew citava una preghiera cristiana di oltre cent’anni fa, in lingua malese,
in cui si usava il nome “Allah”, vietato ai cattolici da una sentenza della Corte
d’appello locale nel 2003. Episodio che riaccende i riflettori in Malaysia sulla disputa
sull'uso del termine “Allah” da parte dei non-musulmani. Ne abbiamo parlato con l’islamologo
e docente di esegesi coranica della Pontificia Università Gregoriana, Adname Mokrani:
R. – La parola ‘Allah’ non è una parola tipicamente islamica; è una parola
araba che vuol dire ‘Dio’. E dunque, era usata già prima dell’esistenza del profeta
Mohammed, prima del Corano, e in Arabia è usata anche in tutte le traduzioni bibliche
in arabo, lungo la storia. Un’altra cosa: i musulmani non arabi usano altre parole.
Per esempio i cristiani indiani usano ‘Hoda’, anche in urdu, che significa ‘Dio’;
anche in diverse lingue occidentali, nelle traduzioni del Corano si dice ‘Dio’, ‘God’
in inglese, ‘Dieu’ in francese … E dunque, questa sacralizzazione della parola ‘Allah’,
e renderla proprietà privata di una comunità religiosa, mi sembra assurdo perché contraddice
la storia, la diversità culturale nel mondo islamico e nel mondo.
D. – Su padre
Lawrence gravano 109 denunce: su quali fondamenta possono poggiarsi queste accuse?
R.
– Secondo me, l’unico fondamento è l’ignoranza: l’ignoranza della storia, l’ignoranza
della cultura araba. E’ condurre battaglie inutili per disturbare, per creare un clima
di tensione, e questa non è altro che l’opera del fondamentalismo.
L’apertura
di una indagine su padre Andrew giunge dopo un altro episodio: il recente sequestro
di oltre 300 Bibbie, poi restituite, da parte della polizia nello Stato di Selangor,
perché usano la parola Allah.