2014-01-12 09:25:46

Centrafrica nel caos. Allarme Unicef: rischio epidemie per i bambini


Centrafrica sempre più nel caos, con violenze diffuse nella capitale Bangui. Intanto, l'ex presidente ad interim, Michel Djotodia, ha lasciato il Paese per il Benin, dove intende rimanere in esilio. Dal canto suo l'Unicef denuncia che “sono presenti tutti gli elementi per uno scoppio potenziale di epidemie per i bambini”. A Bangui è in corso una campagna di vaccinazioni d’emergenza, con l’obiettivo di raggiungere oltre 210 mila bambini sfollati a rischio. Vincenzo Vinci, dell'Unicef, racconta l’iniziativa al microfono di Antonella Pilia:RealAudioMP3

R. – Sono presenti attualmente più di 900 mila sfollati, metà dei quali sono localizzati a Bangui in 65 differenti siti. Ci sono tutti gli elementi per uno scoppio potenziale e mortale di malattie, perché i campi dove si trovano questi sfollati sono seriamente sovraffollati e vi è un numero esiguo di persone che hanno accesso a risorse idriche e igienico-sanitarie. In questo contesto, l’obiettivo principale dell’Unicef è quello di fornire le vaccinazioni di morbillo e di poliomielite ai bambini dai 6 mesi ai 15 anni, proprio per evitare epidemie e accompagnare le vaccinazioni con somministrazioni di vitamina A e di vermifughi. Inoltre cerchiamo di approfittare di questo momento, in cui si è a contatto con i bambini, per fare degli accertamenti sulle condizioni nutrizionali dei bambini e, se fosse necessario, riferire questi dati ai centri di terapia intensiva.

D. – Quali sono i rischi maggiori per i bambini?

R. – Attualmente sono stati accertati sette casi di morbillo, tre dei quali presso l’aeroporto di Bangui, dove si trovano circa 100 mila persone scappate dalle violenze. E’ chiaro che, al di là del pericolo potenziale di contrarre queste malattie, i problemi si estendono anche al pericolo di un trauma psicologico legato alle violenze degli ultimi mesi. Da questo punto di vista, l’Unicef offre attività ricreative per i bambini per distrarli dalla cruda realtà.

D. – Quanto durerà questa campagna di vaccinazioni?

R. – Essendo iniziata il 3 gennaio, un paio di settimane dovrebbero bastare. Ovviamente, tutto dipenderà dall’evoluzione della sicurezza che si presenta a Bangui e anche dal tipo di accesso che il personale umanitario avrà sul terreno.

D. – Voi siete ottimisti riguardo a una rapida risoluzione della crisi?

R. – Non perdiamo mai la speranza. Siamo lì per fornire un servizio, per affiancare i bambini e le donne della Repubblica Centrafricana e collaborare con le istituzioni che si troveranno nel Paese. Vorrei sottolineare che in un periodo come questo, il Centrafrica deve essere nell’agenda ma, soprattutto, nel cuore delle persone, perché è stato dimenticato e ha bisogno anche del nostro aiuto.







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