Vescovi Usa, Canada, Ue e Sudafrica in Terra Santa. Mons. Kenney: ridare coraggio
ai cristiani
Inizia oggi a Gerusalemme il tradizionale pellegrinaggio del Coordinamento dei vescovi
di Nord America, Canada, Sud Africa e Unione Europea per il sostegno alla Terra Santa.
Quali le speranze di questa nuova missione? Ci risponde mons. William Kenney,
vescovo ausiliare di Birmingham, membro delal delegazione episcopale. L’intervista
è di Susan Hodges:
R. – My hope,
of course, is that we may encourage the Christian people … La mia speranza è ovviamente
riuscire a dare nuovo coraggio ai cristiani che incontreremo a Gaza e in altri luoghi.
Il loro timore immagino sia sempre che la situazione in Terra Santa possa peggiorare.
In questi ultimi vent’anni – tanti sono gli anni in cui io vengo regolarmente in Terra
Santa – la situazione è andata peggiorando ed io sospetto che ci sia meno speranza
oggi di quanta ce ne fosse prima. Invece, spero che saremo capaci di portare incoraggiamento
agli uomini e alle donne cristiani che incontreremo.
D. – Papa Francesco si
recherà in Terra Santa a maggio: questo potrà rappresentare uno stimolo per la soluzione
dei problemi dell’area?
R. – It will, I’m sure. But whatever diplomacy the
Vatican can bring to … Sono sicuro che sarà così. Qualsiasi tipo di diplomazia
il Vaticano possa mettere in campo, sono sicuro che la visita del Papa sarà un grande
stimolo.
D. – Vi recherete anche a Gaza. Con una particolare attenzione …
perché?
R. – Because I think that it one of places which is most endangered
… Perché credo che sia una zona particolarmente a rischio, una delle zone in cui
le persone soffrono maggiormente. Nell’ambito della comunità locale, quella cristiana
è davvero molto piccola – e questo genera un altro problema – anche se credo che siano
ragionevolmente ben trattati dai loro vicini: ma la comunità cristiana è davvero molto
piccola e fa parte di quella popolazione che più soffre. La comunità cristiana mantiene
alcune scuole, frequentate anche da molti musulmani, e questo fa parte delle iniziative
volte ad incoraggiare tutto ciò che unisce le persone.
D. – La situazione in
Terra Santa è dunque andata peggiorando. Quali i motivi?
R. – Well, when I
first went out, then of course the Wall did not exist and there … Bè, quando sono
andato per la prima volta, ovviamente il Muro non c’era ancora e c’era ancora la speranza
che si potesse raggiungere un accordo di pace; negli anni ‘90, la Santa Sede aveva
avviato i negoziati per un accordo che ancora non è pienamente raggiunto; c’erano
molti elementi che davano spazio alla speranza, allora, rispetto ad oggi. Come sa,
molti cristiani se ne sono andati dalla Terra Santa, in questo periodo. Quindi, purtroppo
ci sono tanti elementi che possono indurre a non essere particolarmente fiduciosi
… La mia opinione è che bisognerebbe creare una situazione che unisca le persone,
che le faccia incontrare, non che le separi: mentre questo è quello che si tende a
fare …