2014-01-11 12:47:38

Papa Francesco: le esperienze di amicizia aiutano la riconciliazione tra le Chiese


Papa Francesco ha ricevuto, stamani, in Vaticano il Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale con le Chiese Ortodosse e le Chiese Ortodosse Orientali, in occasione del 50.mo di istituzione per volere il Paolo VI. Nell’udienza, il Papa ha sottolineato che le esperienze di amicizia e condivisione aiutano il cammino di riconciliazione tra le Chiese. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Il Concilio Vaticano II non era ancora concluso quando Paolo VI istituì il Comitato cattolico per la collaborazione con le Chiese ortodosse. Il Pontefice è ritornato con la memoria a 50 anni fa quando, anche con questa inedita iniziativa, Papa Montini rafforzava l’impegno ecumenico:

“Il cammino di riconciliazione e di rinnovata fraternità tra le Chiese, mirabilmente segnato dal primo storico incontro tra Papa Paolo VI e il Patriarca ecumenico Atenagora, aveva bisogno anche di esperienze di amicizia e di condivisione che nascessero dalla conoscenza reciproca fra esponenti delle diverse Chiese, e in particolare tra i giovani avviati al ministero sacro”.

Oggi come 50 anni fa, ha ricordato, il Comitato distribuisce borse di studio a religiosi e laici, provenienti dalle Chiese Ortodosse e dalle Chiese Ortodosse Orientali, che desiderano completare gli studi teologici presso istituzioni accademiche della Chiesa Cattolica, “e sostiene altri progetti di collaborazione ecumenica”. Il Papa ha dunque espresso gratitudine ai benefattori e al Consiglio di gestione del Comitato e li ha incoraggiati a continuare la propria missione. Il Pontefice ha quindi rivolto “un saluto speciale” a quanti stanno “completando” gli studi teologici a Roma. “La vostra permanenza in mezzo a noi – ha detto – è importante per il dialogo tra le Chiese di oggi e soprattutto di domani”:

“Auguro che ognuno di voi possa avere una gioiosa esperienza della Chiesa e della città di Roma, arricchente sotto il profilo spirituale e culturale, e che possiate sentirvi non ospiti, ma fratelli tra fratelli. Sono sicuro, d’altra parte, che con la vostra presenza voi siete una ricchezza per le comunità di studio che frequentate”.







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