Ricchezze naturali e interessi economici causa delle violenze in Sud Sudan
Non ci sono prove di tentativi colpo di stato: è quanto dichiarato dagli Stati Uniti
in merito alle violenze che dal 15 dicembre dilaniano il Sud Sudan. Ad oggi si parla
di un bilancio di oltre 1.000 morti e di circa 200 mila sfollati a causa degli scontri
che oppongono la fazione del presidente Salva Kiir a quella del suo ex vice Riek Machar.
Nessuna novità arriva dal fronte dei negoziati in corso da due giorni ad Addis Abeba,
in Etiopia. L’accordo per un atteso “cessate il fuoco” sembra ostacolato dalla questione
del rilascio dei prigionieri politici, chiesto da Machar e rifiutato da Salva Kiir.
Nel Paese cercano di portare aiuto alla popolazione le Ong internazionali, come Plan
International, presente in Sud Sudan da diversi anni e impegnata soprattutto nell’assistenza
ai bambini. Francesca Sabatinelli ha intervistato Tiziana Fattori, direttore
di Plan Italia: