In piazza a Roma per la famiglia e la libertà di espressione
In piazza per garantire la libertà di espressione e preservare matrimonio e famiglia.
Questo sabato alle 15.30 in piazza Santi Apostoli a Roma la Manif pour tous Italia
organizza una manifestazione con l’adesione di tutte le associazioni cattoliche impegnate
nella difesa della famiglia e contro la proposta di legge Scalfarotto sul contrasto
all’omofobia, definita una “legge bavaglio”. Al microfono di Paolo Ondarza
il portavoce dell’organizzazione Filippo Savarese:
R. - Noi saremo
in piazza per dire che il decreto legge Scalfarotto contro l’omofobia lede questo
principio - libera espressione delle opinioni -, perché sostanzialmente andrà a punire
coloro i quali credono che il matrimonio sia l’unione esclusiva tra un uomo ed una
donna.
D. - Voi riproponete l’esperienza della Manif pour tous, il
movimento francese sorto dopo l’approvazione della legge contro l’omofobia. Lì, si
è verificata questa imposizione di un pensiero unico?
R. - Si è verificata
in toni drammatici. Manif pour tous ha per logo una famiglia stilizzata tinta
di rosa. Ecco, al giorno d’oggi, chi gira in Francia, a Parigi, per la strada, con
una maglietta con quel logo addosso, viene fermato dalla gendarmeria e se non si toglie
la maglietta - che è considerata ormai un motivo politico - viene condotto in questura
e riceve la sanzione tipica di chi manifesta senza l’autorizzazione. Questa è un’estremizzazione
da contrastare e bisogna far di tutto perché in Italia non si instauri questo clima
di pensiero dominante che, volendo evitare delle discriminazioni, ne crea di reali
e molto peggiori.
D. - Quando lei dice: “Chi gira con questa maglietta”, si
riferisce ad un caso che è accaduto: una persona che girava con una maglietta rappresentante
appunto questa famiglia – padre, madre con i due bambini - è stata fermata ...
R.
- È possibile trovare delle cronache in Rete ...
D. - Ma, si sono verificati
altri casi nel momento in cui lei dice: “Chi gira anche oggi con questa maglietta”?
R.
– Sì, si sono verificati dei casi: un ragazzo è stato fermato, il papà di una famiglia
che stava passeggiando per il parco è stato fermato dalla gendarmeria, la quale gli
ha chiesto di togliersi questa maglietta. Ma, questa stessa immagine era stata usata
da un importante istituto di credito per promuovere una polizza per le famiglie. Qui,
si usava questo logo in modo neutro. Questa banca è sta accusata di comportamento
omofobico. È iniziata una gogna mediatica, e la banca ha dovuto ritirare questa immagine
dal proprio sito. È un po’ come il “caso Barilla” in Italia.
D. - È paradossale,
anche perché Manif pour tous vuol dire proprio Manifestazione per tutti,
cioè consentire a tutti di potersi esprimere, non imporre un pensiero unico ...
R.
- Perché noi crediamo che le ragioni che sosteniamo siano ragioni di natura antropologica,
e la ragione umana può aderire a queste argomentazioni qualunque siano le convinzioni
e le strutture politiche, religiose. Ne è la prova il fatto che moltissime persone
di orientamento omosessuale condividono questa nostra posizione. All’evento parteciperà
il presidente di Homovox, un’associazione di omosessuali francese, per dire
che quello che sta accadendo non è espressione di un’unica comunità di omosessuali
o altre categorie simili, ma è un movimento ideologico che riguarda soltanto una piccola
parte.
D. – Dunque, una manifestazione laica che coinvolge tante sigle; prima
citavamo Homovox, ma non sarà la sola ...
R. - Non sarà la sola, tant’è
vero che in Francia le manifestazione erano caratterizzate dal fatto che i partecipanti
brandivano non la Bibbia, ma il Codice civile che riconosceva la natura reale del
matrimonio nella società. Quando noi diciamo che la famiglia è una società naturale
fondata su un uomo ed una donna, non citiamo la Bibbia ma citiamo la Costituzione
italiana all’articolo 29. Quindi, sicuramente le religioni, la filosofia, gli studi
antropologici danno un sostegno, possono dare una comprova, ad un fatto che, però,
per natura e per ragione può essere comprensibile a chiunque.
D. - Secondo
quel diritto naturale che però oggi si tende a sovvertire in nome di una nuova teoria
che ha tutte le caratteristiche di un’ideologia, quella del gender ...
R.
- Sì, ha tutte le caratteristiche di una dittatura, perché l’aspetto più tragico dell’ideologia
del gender non è tanto e non solo nei contenuti - che sono deprecabili perché
negano il fatto evidente che le presone sono divise in maschi e femmine - ma soprattutto
nei metodi che sono del tutto impositivi. Basti pensare che uno dei cavalli di battaglia
di chi sostiene l’ideologia del gender è quella di indottrinare i giovani -
i giovanissimi - fin dalle scuole dell’infanzia, addirittura, con questi nuovi concetti
che non hanno alcuna base scientifica - ma solo puramente ideologica - violando il
diritto veramente sacro di ogni famiglia di scegliere liberamente l’indirizzo educativo
dei propri figli. Questo è tragico!