Cyberbullismo. Borgomeo: bozza del Codice da migliorare nelle sanzioni
Da due giorni,è aperta sul sito del Ministero dello Sviluppo economico la
consultazione pubblica della bozza del primo Codice di autoregolamentazione per la
prevenzione e il contrasto del "cyberbullismo", elaborata dal governo con istituzioni
e operatori del web. Fino al 24 febbraio, soprattutto gli utenti, esclusi dal tavolo
ministeriale, potranno intervenire sul testo per modifiche e osservazioni. Ma le Associazioni
restano critiche. Il servizio di Gabriella Ceraso:
Eccessivo "cyberbullismo"
e aggressività online tra minori e dunque necessità di rafforzare la tutela di questi
ultimi. Queste, in sintesi, le premesse della bozza del Codice di autoregolamentazione,
per ora composto di soli cinque articoli. Gli operatori aderenti, si legge, si impegnano
ad adottare meccanismi di segnalazione di episodi pericolosi che siano nella pagina
web visibili, semplici e diretti, affinché i bambini e gli adolescenti li possano
utilizzare. L’intenzione è buona, anche se il danno al momento della segnalazione
– osserva Luca Borgomeo del Consiglio nazionale utenti – è ovviamente già avvenuto:
“Se
ne riduce la portata, perché una cosa è che rimanga sul sito due ore, cinque ore,
sei ore, e una cosa è che rimanga invece per sempre. Questo è evidente”.
La
bozza del Codice prevede, infatti, anche risposte efficaci, come la rimozione entro
due ore del materiale lesivo segnalato o il suo immediato oscuramento. Fatto positivo
anche questo, ma rischia di essere inefficace data l’assenza totale nella bozza di
vere sanzioni, in caso di mancato rispetto delle regole. Ancora Luca Borgomeo:
“Multe,
sanzioni economiche, limitazione delle licenze… E’ possibile pensare che un regolamento
abbia come 'sanzione' il richiamo? Lei si immagina che Google o un altro provider
sia richiamato? Questo è il dato. Anche l’utente si sentirebbe maggiormente tutelato.
E poi vai a vedere: non fanno neanche più la denuncia, come sta avvenendo in televisione”.
Unico correttivo il coinvolgimento effettivo degli utenti: oggi, forse,
attraverso la consultazione pubblica aperta per 45 giorni, per evitare che questo
Codice rimanga uno tra i tanti, senza rapporto con la realtà:
“Hanno chiamato
solo gli operatori e non gli utenti: non coloro cioè che rappresentano le persone
che denunciano i fatti di cyberbullismo. Non c’è, nel Paese, una cultura dell’utenza”.