2014-01-09 14:01:35

Israele: immigrati africani chiedono in massa diritto d'asilo. Governo lo nega


Lo Stato di Israele alle prese con i problemi dell’immigrazione. Nei giorni scorsi, migliaia di migranti, soprattutto africani in attesa di asilo, hanno manifestato davanti alla sede della Knesset, il parlamento israeliano a Gerusalemme. I dimostranti protestano contro la politica israeliana sull'immigrazione e il rifiuto delle autorità di concedere il diritto d’asilo. Fortemente contestato il premier Netanyahu, che vedrebbe l’afflusso dall'Africa come una minaccia per il sistema sociale israeliano. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Janiki Cingoli, direttore del Cipmo, il Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente:RealAudioMP3

R. - C’è il fatto che quando è esplosa la seconda Intifada, gli israeliani hanno deciso di sostituire - non totalmente, ma in larga parte - l’immigrazione dalla Palestina con l’immigrazione proveniente dai Paesi terzi. E questo, da un lato, ha alleviato il problema e garantito meglio la sicurezza. Però, dall’altro, per la prima volta ha creato una componente di immigrati abbastanza stabili, che ha cominciato a creare le problematiche tipiche dell’immigrazione di Paesi terzi in un Paese sviluppato. A questo, poi, si è aggiunto l’aspetto specifico della pressione da parte dei Paesi dell’Africa di immigrati che tendono a entrare clandestinamente in Israele attraverso il Sinai. Quindi, è una società, quella israeliana, che per la prima volta si misura con i problemi connessi a una immigrazione abbastanza larga e di massa e che si espone ai problemi di razzismo, di segregazione sociale che, in una realtà come quella israeliana, potrebbe essere persino difficile concepire, ma che tuttavia esistono.

D. - Israele è pronta ad affrontare una tematica sociale del genere?

R. - Secondo me, è molto impreparata. E’ stata colta di sorpresa dagli avvenimenti di questi giorni. La prima reazione è: “Noi non accettiamo il disordine. Non accettiamo la pressione e la violenza”. Tuttavia, io ritengo che poi, in realtà, con questi problemi - come tutte le società sviluppate - sarà costretta a fare i conti.







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