2014-01-09 14:58:08

Il card. Turkson alle Università Cattoliche delle Filippine: formare politici in grado di evangelizzare il mondo


Ricerca, impegno sociale, istruzione: sono questi i tre obiettivi cui devono mirare le Università cattoliche, per formare politici in grado di evangelizzare il mondo. A sottolinearlo è stato il card. Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, nel suo intervento alla conferenza nazionale dell’Associazione delle Università cattoliche delle Filippine. L’incontro, in corso a Davao City, è dedicato al 50.mo anniversario della Pacem in Terris, l’enciclica firmata da Giovanni XXIII nel 1963. Il servizio di Isabella Piro:

Nello specifico, l’intervento del card. Turkson si è sviluppato sul tema “La formazione dei cattolici impegnati in politica: la missione delle università cattoliche”. “La ricerca degli atenei – ha detto il porporato – dovrebbe essere dedicata ai metodi di soluzione dei problemi che minacciano la coesistenza ed il benessere umano”. Principio fondamentale resta comunque quello della “ricerca della verità”, grazie alla quale “leggere e interpretare la realtà in modo da discernere la necessità di giustizia sociale in contesti concreti”. Quanto all’impegno sociale, il card. Turkson ha detto che esso rappresenta “un necessario esercizio di responsabilità delle Università nei confronti delle società in cui si trovano”. “Luogo per eccellenza del dialogo – ha continuato il porporato – negli Atenei i punti di vista e gli interessi più diversi possono contribuire alla ricerca del bene comune”, secondo le linee-guida della Dottrina sociale della Chiesa. Per questo, ha ribadito il presidente del dicastero vaticano, “le Università possono formare buoni cattolici che diverranno eccellenti politici”, perché esse “possono giocare un ruolo vitale nell’alimentare le relazioni e la dignità umane, offrendo spazi di riflessione a coloro che sono coinvolti nel settore politico”. Infine, riguardo al terzo obiettivo, quello dell’istruzione, il card. Turkson ha sottolineato che “le Università devono insegnare alle nuove generazioni a pensare in modo critico e con giudizio”; devono “lasciare spazio all’immaginazione intellettuale, al di là delle logiche di mercato”; hanno il compito di “aiutare le persone a superare la divisione tra fede e vita, fatto che sfortunatamente caratterizza l’età contemporanea”. E ancora: gli Atenei devono “armonizzare valori spirituali ed elementi scientifici, tecnici e professionali”, così da creare persone “competenti”, “politici appassionati, preparati e coraggiosi nel vivere pienamente la loro vocazione, a servizio del bene comune”. In conclusione, ha affermato il card. Turkson, essere un politico cattolico significa “essere un agente del Vangelo nel mondo ed evangelizzare l’ordine sociale, come un lievito”. Al centro dell’intervento del porporato, poi, anche un’ampia riflessione sulla Pacem in Terris, in particolare sulla coesistenza politica descritta nell’Enciclica come frutto della dignità e delle relazioni umane. Il tutto nell’ottica del bene comune, perché “un sistema politico sano è a servizio della vita sociale dell’uomo e mira a far sì che tale vita sia caratterizzata da rapporti di carità e giustizia”. Particolare attenzione il porporato l’ha posta anche sulla “opzione preferenziale per i poveri”, indicata come una delle priorità che la politica deve avere, affinché “i bisogni di coloro che hanno meno vengano prima di tutto nei processi legislativi e politici”. Di per sé, ha continuato il card. Turkson, la politica non è negativa, ma lo diventa quando i politici lasciano spazio allo scandalo e alla corruzione”, dando un’immagine negativa di tutto il settore. Non è quindi una sorpresa il fatto che i cristiani si allontanino dalla vita politica o che “i politici cattolici riservino la loro religione alla vita privata e non condividano la loro fede”. In senso positivo, invece, la politica implica “l’evangelizzazione dell’ordine sociale e la diffusione della civiltà dell’amore” il che significa “la partecipazione, con tutte le sfide del caso, alla missione della Chiesa nella società”. Infine, il card. Turkson ha ricordato “Le beatitudini del politico”, stilate dal card. François-Xavier Ngueyen Van Thuân, compianto presidente del dicastero per la Giustizia e la pace. “Beato il politico che ha una profonda consapevolezza del proprio ruolo – si legge nel testo – che dà esempio di credibilità; che lavora per il bene comune e non per i propri interessi personali; che è coerente con se stesso, la sua fede e il suo programma elettorale; che lavora per l’unità e per la realizzazione di un cambiamento radicale, senza confinare la religione nella sfera privata; che sa ascoltare il popolo, la sua coscienza e Dio; che non ha paura della verità né dei mass media, perché nel giorno del giudizio sa che dovrà rispondere solo a Dio”.

Ultimo aggiornamento: 10 gennaio







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