Il 19 gennaio il Papa visiterà la chiesa del Sacro Cuore di Gesù. La gioia del parroco
Papa Francesco si recherà in visita pastorale alla parrocchia romana del Sacro Cuore
di Gesù a Castro Pretorio il prossimo 19 gennaio. La parrocchia, che sorge accanto
alla Stazione Termini, è affidata ai salesiani e fu costruita dallo stesso don Bosco
per volere di Papa Leone XIII. Il parroco don Valerio Baresi ricorda al microfono
di Antonella Pilia alcuni cenni storici della chiesa:
R. – Nel 1880,
date le grandi difficoltà strutturali e anche economiche dell’edificazione del tempio,
Leone XIII è in difficoltà e si arrende. Gli viene quindi consigliato di rivolgersi
a don Bosco, che accetta di edificare la chiesa chiedendo solo che accanto all'edificio
di culto potesse essere costruito un ospizio per i giovani poveri. Nel 1887, la chiesa
è praticamente completata.
D. – C’è qualche aneddoto legato alla costruzione
della chiesa?
R. – Don Bosco accetta di costruire la chiesa in obbedienza al
Papa. La risposta che dà Leone XIII è: “Ogni desiderio del Papa è per me un comando”.
Naturalmente, non aveva soldi e il Consiglio dei Salesiani di allora votò compatto
contro l’accettazione dell’onere della costruzione della Basilica: ci furono otto
voti contrari e uno favorevole, che era quello di don Bosco. Allora don Bosco si fermò
con i Salesiani, dicendo: “Il Signore non solo ci farà trovare i soldi per la costruzione,
ma ci farà anche un regalo in più”. E in effetti, dopo sette anni, non solo riuscirono
a edificare la Basilica ma anche tutto l’edificio attorno, quasi come è attualmente.
Siccome per costruire questa chiesa ha dovuto girare Italia, Francia e Spagna, don
Bosco si è logorato e alla fine si è incurvato esageratamente, tanto che la gente
gli chiedeva: “Ma don Bosco, perché è così curvo?” e lui rispondeva: “Perché ho sulle
spalle la chiesa del Sacro Cuore di Roma!”.
D. – Ci sono altri ricordi particolari
relativi alla figura di don Bosco?
R. – C’è una certa profezia legata a questa
chiesa. Lui disse: “Sapete perché abbiamo accettato questa chiesa? Perché quando il
Papa sarà quello che deve essere ma ancora non è, noi metteremo la stazione centrale
di Roma in casa nostra e la utilizzeremo per l’evangelizzazione dell’Agro Romano”.
Noi, in questa profezia, leggiamo la presenza di Francesco. Certo, come ogni profezia
si rischia di forzarla un po’, ma noi in Papa Francesco vediamo quello che deve essere.
Un pontefice deve essere così: con questa vicinanza e questo legame fortissimo non
solo alla Parola di Gesù, ma addirittura alla sua presenza. Oggi, la Stazione Termini
è in casa nostra, perché fa parte della parrocchia del Sacro Cuore, mentre quando
don Bosco ha fatto questa profezia, la Stazione Termini era nell’attuale Piazza della
Repubblica.
D. – Papa Francesco si recherà alla vostra parrocchia dopo aver
visitato tre comunità di periferia. Quale realtà si troverà di fronte?
R. –
Una parrocchia di centro che vive però la realtà di periferia. Una parrocchia – forse
la più centrale di Roma, perché siamo proprio accanto alla stazione Termini – che
quindi deve prendere in considerazione l’enorme passaggio di pellegrini, di turisti,
di lavoratori: in tutto sono oltre 500 mila le persone che transitano per la stazione
Termini ogni giorno. Noi, come Salesiani, ci siamo aperti ai giovani soprattutto universitari,
con la possibilità di sensibilizzarli al servizio ai poveri senza dimora e ai rifugiati,
che sono al centro delle nostre attenzioni.
D. – Quali sono le tappe principali
della visita del Santo Padre?
R. – Il Papa arriverà verso le 16.00 e incontrerà
i parrocchiani in cortile e poi, in una stanza, una sessantina di amici senza fissa
dimora. Passerà quindi in una seconda stanza, dove sono raccolti un centinaio di rifugiati
e una rappresentanza di volontari della parrocchia. Poi, incontrerà i bambini battezzati
nell’anno con i loro genitori, gli sposi novelli e le famiglie giovani. Confesserà
cinque persone e, verso le 18.00, celebrerà l’eucarestia. In seguito saluterà i malati
e incontrerà la comunità salesiana. L’ultimo appuntamento, infine, è l’incontro con
i giovani del Sacro Cuore.