Grecia, semestre presidenza. Mons. Foscolos: tante difficoltà, ma il Paese può farcela
Il giorno dopo l'inizio del suo turno di presidenza semestrale europeo, la Grecia
si è svegliata con due notizie preoccupanti. I dati sulla produzione industriale hanno
registrato un nuovo crollo del 4,8% a novembre, dopo il 7,9 di ottobre. Inoltre, riferisce
la stampa locale, i magistrati anticorruzione hanno scoperto uno scandalo nei conti
della "Hellenic Post Bank" con un "buco" di circa 500 milioni di euro e l'esistenza
di numerosi prestiti concessi, tra il 2006 e il 2011, senza sufficienti garanzie e
a condizioni di favore. Uno scenario sempre difficile, ma l’arcivescovo cattolico
di Atene, mons. Nikolaos Foscolos, guarda con fiducia al semestre di presidenza,
come conferma nell'intervista di Antonella Palermo:
R. – E’ una
presidenza di turno, penso che il nostro governo ce la farà malgrado le difficoltà
in cui viviamo in questo periodo. Mi sembra che si potrebbe parlare di quattro fattori
che creano problemi adesso ai cittadini greci. La corruzione generale – un fenomeno
molto diffuso – la crisi economica, certamente dovuta anche a questa corruzione, la
questione dei profughi che ogni giorno arrivano in Grecia – sia dalla frontiera con
la Turchia, sia dal Mare Egeo, dove ci sono centinaia di isole – e un altro problema
è la droga. la Grecia è la porta sudorientale dell’Europa unita e dell’Europa in generale,
quindi qui c’è il traffico di droga e inoltre c’è il traffico di esseri umani.
D.
– E con tutti questi problemi, la Grecia come potrà essere leader tra i Paesi d’Europa
nel prossimo semestre?
R. – Speriamo possa esserci un aiuto anche da parte
degli altri Paesi. Abbiamo problemi comuni a quelli dell’Italia, per esempio. Il fenomeno
di Lampedusa qui è un fenomeno quotidiano in diverse isole. Speriamo ci sia solidarietà
da parte degli altri Stati europei, specialmente da parte degli Stati del sud europeo.
D.
– La Chiesa come si adopera per quanto riguarda questo problema dei profughi?
R.
– La Chiesa cattolica in Grecia è una minoranza esigua, rappresentiamo lo 0,5%. Però,
tutti corrono verso la Chiesa cattolica. Abbiamo tre centri per i profughi qui ad
Atene, due case della comunità di Madre Teresa. In una di queste case ogni giorno
si distribuisce cibo a circa 250 persone. Nell’altra, che è più piccola, alloggiano
una trentina di madri con i loro figli. Poi, c’è la Caritas Atene che dà ogni giorno
cibo a circa 250 persone. Però, devo dire che anche la Chiesa ortodossa svolge un’opera
molto forte a favore dei profughi, e non solo dei profughi. Adesso, ci sono molti
greci che vanno lì a prendere un piatto di cibo, perché la povertà è molto diffusa,
specialmente nelle grandi città. La gente si trova come nel dopoguerra: non c’è lavoro,
non c’è cibo, non c’è denaro…
D. – L’ex primo ministro socialista greco, Simitis,
pare abbia affermato che il Paese rischia di uscire dall’eurozona, cioè che questo
rischio esiste ancora…
R. – Non penso. L’uscita della Grecia dall’Unione Europea
e dall’euro procurerebbe una sorta di effetto-domino per cui altri Paesi si vedrebbero
in pericolo. E’ vero, non si sa mai, perché qui ci sono interessi internazionali,
la guerra tra dollaro ed euro, e diversi altri fattori che possono influenzare una
tale decisione. Ma non penso che l’Unione Europea lascerà la Grecia fuori dall’euro.
D.
– Quanto la popolazione greca ha consapevolezza di questo inizio di semestre europeo?
R.
– Penso che una buona parte della popolazione non si interessi, perché ha altri problemi,
più preoccupanti. La gente, qui, cerca ogni giorni di trovare un po’ di cibo, di riuscire
ad affrontare le spese… E poi, in questo periodo, le tasse sono altissime e si prevede
un ulteriore aumento per il 2014. Questo ha una ripercussione anche sulla nostra Chiesa,
perché come Chiesa cattolica non riceviamo nulla dallo Stato e le tasse ormai superano
il 50% delle risorse.
D. – Il turismo per la Grecia è sempre stato una fonte
di prosperità…
R. – Sì, e lo è, e speriamo che quest’anno il numero dei turisti
aumenti: è la sola industria della Grecia.