Confronto politico sulle proposte sul lavoro annunciate da Renzi
Sarà presentato il prossimo 16 gennaio il “job act”, il piano sul lavoro del segretario
del Pd Matteo Renzi. Proposte che stanno suscitando un serrato confronto tra tutte
le forze politiche e sindacali. Apprezzamenti arrivano dalla Commissione europea.
Il servizio di Giampiero Guadagni:
Uno strumento
per aiutare il paese a ripartire. Così Matteo Renzi presenta il suo Job act. Il cardine
del piano è la riduzione delle varie forme di rapporti di lavoro, oggi oltre 40, per
arrivare ad un contratto di inserimento a tempo indeterminato per i giovani al primo
impiego. Un contratto a tutele progressive in cui è sospeso da 1 a 3 anni il diritto
al reintegro in caso di licenziamento illegittimo, previsto invece dall’articolo 18
dello statuto dei lavoratori. Renzi propone poi un assegno universale per chi perde
il posto di lavoro, con l'obbligo di seguire un corso di formazione professionale
e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro. Altri obiettivi: semplificazione
delle norme sull'impiego, rilancio di settori chiave per l'occupazione, taglio del
costo dell’energia per le imprese, ingresso dei lavoratori nel cda delle grandi aziende.
Il mondo politico si divide tra consensi, dissensi e dubbi, anche trasversali agli
schieramenti. Per il ministro del Lavoro Giovannini molte proposte non sono nuove
e hanno comunque bisogno di tempo e di molte risorse economiche. Anche nel sindacato
valutazioni diverse: sostanziale via libera della Cisl, scettica la Cgil. Apprezzamenti
arrivano dal commissario europeo al Lavoro Andor, oggi a Roma, per il quale il piano
va nella direzione auspicata da Bruxelles.