Udienza generale. Il Papa: il Battesimo va sempre ricordato, ci rende portatori di
speranza
Il Battesimo non è una formalità, ma un atto che va sempre ricordato perché porta
nella vita di un cristiano il dono di una speranza “che nessuno può spegnere”. Con
questi pensieri, Papa Francesco ha inaugurato all’udienza generale di ieri mattina,
in Piazza San Pietro, un nuovo ciclo di catechesi dedicate ai Sacramenti. Il servizio
di Alessandro De Carolis:
Tra le date
importanti della vita, il cristiano ne ha una che è certamente bella, anzi “felice”:
quella del proprio Battesimo. E dunque è una data che va ricordata e, se serve, riportata
a galla dai recessi della memoria. Con un sorriso rischiarato dal sole freddo che
inonda Piazza San Pietro, Papa Francesco si cala ancora una volta nei panni del catechista
per sollecitare chi lo ascolta a quel “compito” più volte affidato, nei mesi scorsi,
alla folla delle udienze del mercoledì: ricordare la data in cui si è stati battezzati.
Perché quello – ripete più volte – “è un giorno di festa”:
“Il rischio di
non saperlo è di perdere la memoria di quello che il Signore ha fatto in noi, la memoria
del dono che abbiamo ricevuto. Allora finiamo per considerarlo solo come un evento
che è avvenuto nel passato — e neppure per volontà nostra, ma dei nostri genitori
— per cui non ha più nessuna incidenza sul presente. Dobbiamo risvegliare la memoria
del nostro Battesimo”.
Ma serve risvegliare questa memoria? È "davvero
necessario il Battesimo per vivere da cristiani e seguire Gesù?”, si chiede il Papa,
calandosi con realismo, e com’è suo costume, nei panni di chi non ha le certezze della
fede:
“Non è una formalità! E’ un atto che tocca in profondità la nostra
esistenza. Non è lo stesso, un bambino battezzato o un bambino non battezzato: non
è lo stesso. Non è lo stesso una persona battezzata o una persona non battezzata.
Noi, con il Battesimo, veniamo immersi in quella sorgente inesauribile di vita che
è la morte di Gesù, il più grande atto d’amore di tutta la storia; e grazie a questo
amore possiamo vivere una vita nuova, non più in balìa del male, del peccato e della
morte, ma nella comunione con Dio e con i fratelli”.
Essere battezzati,
dice Papa Francesco con le parole di San Paolo, è “essere rivestiti di Cristo”, si
diventa “nuovi” pur con “i nostri limiti, con le nostre fragilità”. E inoltre, soggiunge,
“siamo portatori di una speranza nuova”:
“La speranza di andare sulla strada
della salvezza, tutta la vita. E questa speranza niente e nessuno può spegnere, perché
la speranza non delude. Ricordatevi, è vero questo: la speranza nel Signore non delude
mai. Grazie al Battesimo, siamo capaci di perdonare e di amare anche chi ci offende
e ci fa del male; riusciamo a riconoscere negli ultimi e nei poveri (…) il volto di
Gesù”.
Battesimo vuol dire anche far parte di una comunità antica di duemila
anni, i cui membri sono legati da vincoli di amore e dove il dono di un Sacramento
è sempre un atto che mostra condivisione e unità. Per questo, afferma Papa Francesco…
“…nessuno
può battezzarsi da sé! Nessuno. Possiamo chiederlo, desiderarlo, ma abbiamo sempre
bisogno di qualcuno che ci conferisca questo Sacramento nel nome del Signore. Perché
il Battesimo è un dono che viene elargito in un contesto di sollecitudine e di condivisione
fraterna. Sempre nella storia, uno battezza l’altro, l’altro, l’altro… è una catena.
Una catena di Grazia (…) un atto di filiazione alla Chiesa”.
Al termine
delle catechesi in sintesi e dei saluti ai vari gruppi linguistici, Papa Francesco
ne ha rivolto fra gli altri uno particolare ai bambini degenti dell’Istituto nazionale
per la Ricerca e la cura dei tumori di Milano, non senza aver dato il benvenuto ai
calciatori della Sampdoria - presentatigli dal cardinale arcivescovo di Genova, Angelo
Bagnasco - e agli artisti del “Golden Circus” di Liana Orfei, applaudendo e sorridendo
alle acrobazie del piccolo spettacolo allestito per lui sul sagrato della Piazza.