2014-01-08 14:17:45

Udienza generale. Il Papa: il Battesimo va sempre ricordato, ci rende portatori di speranza


Il Battesimo non è una formalità, ma un atto che va sempre ricordato perché porta nella vita di un cristiano il dono di una speranza “che nessuno può spegnere”. Con questi pensieri, Papa Francesco ha inaugurato all’udienza generale di ieri mattina, in Piazza San Pietro, un nuovo ciclo di catechesi dedicate ai Sacramenti. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Tra le date importanti della vita, il cristiano ne ha una che è certamente bella, anzi “felice”: quella del proprio Battesimo. E dunque è una data che va ricordata e, se serve, riportata a galla dai recessi della memoria. Con un sorriso rischiarato dal sole freddo che inonda Piazza San Pietro, Papa Francesco si cala ancora una volta nei panni del catechista per sollecitare chi lo ascolta a quel “compito” più volte affidato, nei mesi scorsi, alla folla delle udienze del mercoledì: ricordare la data in cui si è stati battezzati. Perché quello – ripete più volte – “è un giorno di festa”:

“Il rischio di non saperlo è di perdere la memoria di quello che il Signore ha fatto in noi, la memoria del dono che abbiamo ricevuto. Allora finiamo per considerarlo solo come un evento che è avvenuto nel passato — e neppure per volontà nostra, ma dei nostri genitori — per cui non ha più nessuna incidenza sul presente. Dobbiamo risvegliare la memoria del nostro Battesimo”.

Ma serve risvegliare questa memoria? È "davvero necessario il Battesimo per vivere da cristiani e seguire Gesù?”, si chiede il Papa, calandosi con realismo, e com’è suo costume, nei panni di chi non ha le certezze della fede:

“Non è una formalità! E’ un atto che tocca in profondità la nostra esistenza. Non è lo stesso, un bambino battezzato o un bambino non battezzato: non è lo stesso. Non è lo stesso una persona battezzata o una persona non battezzata. Noi, con il Battesimo, veniamo immersi in quella sorgente inesauribile di vita che è la morte di Gesù, il più grande atto d’amore di tutta la storia; e grazie a questo amore possiamo vivere una vita nuova, non più in balìa del male, del peccato e della morte, ma nella comunione con Dio e con i fratelli”.

Essere battezzati, dice Papa Francesco con le parole di San Paolo, è “essere rivestiti di Cristo”, si diventa “nuovi” pur con “i nostri limiti, con le nostre fragilità”. E inoltre, soggiunge, “siamo portatori di una speranza nuova”:

“La speranza di andare sulla strada della salvezza, tutta la vita. E questa speranza niente e nessuno può spegnere, perché la speranza non delude. Ricordatevi, è vero questo: la speranza nel Signore non delude mai. Grazie al Battesimo, siamo capaci di perdonare e di amare anche chi ci offende e ci fa del male; riusciamo a riconoscere negli ultimi e nei poveri (…) il volto di Gesù”.

Battesimo vuol dire anche far parte di una comunità antica di duemila anni, i cui membri sono legati da vincoli di amore e dove il dono di un Sacramento è sempre un atto che mostra condivisione e unità. Per questo, afferma Papa Francesco…

“…nessuno può battezzarsi da sé! Nessuno. Possiamo chiederlo, desiderarlo, ma abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci conferisca questo Sacramento nel nome del Signore. Perché il Battesimo è un dono che viene elargito in un contesto di sollecitudine e di condivisione fraterna. Sempre nella storia, uno battezza l’altro, l’altro, l’altro… è una catena. Una catena di Grazia (…) un atto di filiazione alla Chiesa”.

Al termine delle catechesi in sintesi e dei saluti ai vari gruppi linguistici, Papa Francesco ne ha rivolto fra gli altri uno particolare ai bambini degenti dell’Istituto nazionale per la Ricerca e la cura dei tumori di Milano, non senza aver dato il benvenuto ai calciatori della Sampdoria - presentatigli dal cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco - e agli artisti del “Golden Circus” di Liana Orfei, applaudendo e sorridendo alle acrobazie del piccolo spettacolo allestito per lui sul sagrato della Piazza.

Ultimo aggiornamento: 9 gennaio







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