Sud Sudan: sacerdoti cattolici e pastori protestanti in prima linea nel salvare vite
umane
Secondo le testimonianza raccolte da don Mark Opere Omolm, un sacerdote sud sudanese,
e inviate all’agenzia Fides, diversi religiosi di entrambe le etnie Dinka e Nuer,
si sono adoperati per proteggere e salvare diverse vite umane nel corso della guerra
inter-tribale che sta insanguinando il Sud Sudan. “Quello che queste persone hanno
fatto merita di essere raccontato al pubblico per sottolineare con forza il ruolo
che le Chiese possono giocare nel plasmare il futuro del nostro Paese” dice don Mark.
Ecco gli episodi riportati dal sacerdote: “Abraham Makuac, un pastore evangelico della
tribù Dinka, ha salvato la vita di diversi Nuer durante gli scontri a Juba. Pur avendo
perso un fratello, brutalmente ucciso durante gli scontri, egli ha aperto la sua casa
e la chiesa per nascondere civili innocenti. Micheal Abang, un pastore presbiteriano
della tribù di Shilluk, si è adoperato per salvare diverse vite durante gli scontri
a Malakal. Ha aperto la Chiesa per ospitare gli sfollati e proteggere i Dinka e Nuer.
All'indomani degli scontri, è stato visto partecipare al recupero e alla sepoltura
dei corpi delle vittime. Padre Paulino Lual, dell’Ordine Francescano e di origine
Dinka, ha creato una rete di volontari Dinka per proteggere la popolazione Nuer ad
Aweil. Questo sacerdote è noto per il suo coraggio e fermezza nel condannare il tribalismo,
la corruzione e ogni sorta di male sociale del Paese. Padre Lual ha pure rischiato
di essere ucciso da alcuni soldati della sua tribù, irritati per la protezione che
questo uomo di Dio dava alla popolazione di origine Nuer. Don Joseph Makuei, un prete
cattolico Nuer, ha organizzato un gruppo di volontari del suo gruppo etnico per proteggere
e salvare i Dinka a Bentiu. Il sacerdote insieme con i volontari, ha accompagnando
personalmente i membri della comunità Dinka presso la locale sede dell’Onu per ottenere
protezione”. (R.P.)