Nel 2013 aumentate le persecuzioni contro i cristiani
Le persecuzioni contro i cristiani sono aumentate nel 2013: è quanto emerge dall'Indice
Mondiale delle Persecuzioni 2014, che classifica i 50 Paesi più colpiti dal problema,
realizzato dall'associazione Portes ouvertes France, una Ong di sostegno ai cristiani
perseguitati. Durante una conferenza stampa a Parigi, il direttore Michel Varton ha
precisato che per persecuzione si intende non solo violenza fisica, ma anche pressioni,
divieti o discriminazioni legati a motivi religiosi. Associazione apolitica, fondata
nel 1976, Portes Ouvertes France realizza l'Indice dal 1997. Il servizio di Roberto
Piermarini.
Nel 2013, nota
l'Ong, c'è stato un aumento generalizzato delle persecuzioni; in Africa, in particolare
nella cintura del Sahel, c'è stato una sorta di "inverno cristiano proprio nei Paesi
che hanno vissuto la 'primavera araba'". La Corea del Nord si conferma, per la dodicesima
volta consecutiva, il Paese in cui per i cristiani vivere è più pericoloso e precario;
al secondo posto la Somalia, dove tribù e clan musulmani perseguitano i cristiani.
La situazione non migliora nei Paesi attraversati dal vento della 'primavera araba'.
Siria ed Egitto, innanzitutto: la Siria, passata dall’11° al 3° posto, detiene il
triste primato del numero di cristiani assassinati (più della Nigeria, secondo notizie
di stampa); l'Egitto è il Paese dove i cristiani hanno subito più violenze. L'estremismo
islamico si conferma il fattore più insidioso. L'aumento delle persecuzioni si nota
particolarmente negli Stati in cui il potere centrale stenta ad assumere pienamente
il suo ruolo: oltre alla Somalia e alla Siria, l'Iraq, l'Afghanistan, il Pakistan,
lo Yemen e ora anche la Repubblica Centrafricana. Altri Paesi in cui i cristiani sono
sotto pressione, le Maldive, l'Arabia Saudita, l'Iran, la Libia, l'Uzbekistan, il
Qatar. Associazione apolitica, fondata nel 1976, Portes Ouvertes France realizza l'indice
dal 1997.