Sri Lanka: il vescovo di Mannar chiede inchiesta internazionale sui crimini di guerra
“Urge una inchiesta internazionale, per accertare la verità sui presunti crimini di
guerra, dato che la maggior parte dei tamil nel Nord e nell’Est del Paese non hanno
più fiducia in un processo interno. Ciò contribuirà alla riconciliazione”: è quanto
chiede, in una nota inviata all'agenzia Fides, il vescovo di Mannar, mons. Rayappu
Joseph, ricordando che molti sacerdoti, avvocati, giornalisti e attivisti che hanno
cercato di collaborare con le istituzioni sul tema dei “crimini di guerra” sono stati
minacciati e intimiditi. “In molte occasioni, la polizia e la Commissione per i diritti
umani si sono perfino rifiutati di accettare le denunce”, afferma. “Migliaia di casi
di violazioni dei diritti umani, abusi sessuali, omicidi, sparizioni, esecuzioni extragiudiziali
restano impunite”. Per questa sua posizione – mentre il governo srilankese rifiuta
categoricamente l’idea di una inchiesta internazionale – il vescovo è stato ingiustamente
bollato come “attivista politico”, ma mons. Rayappu replica: “Ci sono troppe questioni
controverse in Sri Lanka: persone che scompaiono, altre arrestate e detenute illegalmente,
torturate o uccise in carcere. Io abbraccio, parlo e affronto le aspirazioni dei fedeli
che vivono nella mia diocesi e, più in generale, in tutto lo Sri Lanka. Per me è una
missione umana, spirituale e religiosa”. Il vescovo spiega: “La gente del Nord e dell'Est
ancora vive nel terrore . Le donne vivono nel terrore di essere stuprate. Altri vivono
nella paura che i militari sequestrino le loro terre. Quanti sono in carcere vivono
nella paura di essere torturati. La gente comune teme l'elevato livello di presenza
militare. E tutti coloro che criticano il governo, inclusi molti rappresentanti delle
Chiese, vivono nella paura e nell’insicurezza”. Il vescovo chiede: “Qual è la necessità
di mantenere un così alto numero di forze armate del Nord e nell'Est dell’isola? Perché
in quelle aree non si può restaurare del tutto l'amministrazione civile, come avvenuto
nel resto del Paese?”. Mons. Rayppu denuncia “la colonizzazione promossa dallo Stato
nei territori tamil”, per creare uno squilibrio elettorale ed eliminare progressivamente
la lingua, la cultura e i costumi di un popolo. Secondo il vescovo, “in Sri Lanka
abbiamo molto da imparare dal Sud Africa. Lì la maggioranza veniva dominata dalla
minoranza; in Sri Lanka c’è una maggioranza che domina una minoranza. In Sri Lanka,
il governo, accusato di crimini di guerra e massicce violazioni dei diritti umani,
è ancora al potere, ed è riluttante a impegnarsi in un dialogo autentico”. (R.P.)