“I negoziati proseguono e con l’avvento del nuovo anno la speranza di una pace definitiva
si rafforza. Allo stesso tempo sta per partire il progetto Polo di sviluppo della
Casamance, finanziato dallo Stato e dalla Banca mondiale, con una linea di credito
di 20 miliardi di franchi Cfa (circa 30,4 milioni di euro)”: lo ha annunciato il presidente
senegalese Macky Sall nel suo ultimo discorso alla nazione, sottolineando che “con
il sostegno di tutti i nostri partner rimangono in vigore tutte quelle misure di reinserimento
per quanti accettano di deporre le armi”. La regione meridionale della Casamance,
costituita dalle tre aree di Kolda, Sédhiou e Ziguinchor - riferisce l'agenzia Misna
- è il teatro di un conflitto armato cominciato nel 1982 per mano della ribellione
indipendentista del Movimento delle Forze democratiche di Casamance (Mfdc). Un ottimismo,
quello espresso dal presidente Sall, condiviso da osservatori, stampa e parte della
società civile anche alla luce di una tregua sul terreno tra miliziani e soldati regolari.
Dopo anni di pesanti scontri, nell’ultimo periodo le due parti rivali hanno alimentato
l’instabilità della regione dal forte potenziale agricolo e turistico con attacchi
mirati, imboscate e scaramucce. “La calma relativa ha portato con sé maggiore fiducia
in un esito felice dei negoziati. La pace è il frutto degli atti e dei comportamenti
di ciascuno. La pace non è solo l’appannaggio del governo e dell’Mfdc. E’ l’affare
di tutta la popolazione” ha dichiarato il governatore della Casamance, Cheikh Tidiane
Dieng, durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno alla diocesi di Ziguinchor.
Dal canto suo mons. Paul Abel Mamba ha esordito i contendenti a “bandire ogni violenza
inutile per privilegiare il dialogo teso a una soluzione politica durevole e definitiva”
del conflitto. Il vescovo di Ziguinchor ha insistito sulla necessità di coinvolgere
tutti i cittadini senegalesi, chiamati ad essere “artefici della pace e della riconciliazione”,
ma anche i Paesi vicini, Gambia e Guinea Bissau, per trovare un accordo “rispettoso
della sovranità di tutti” e in grado di assicurare “sviluppo solidario tra tutti i
popoli della regione”. In questa prospettiva ha visto la luce nel capoluogo regionale
di Ziguinchor il “Villaggio della pace”: un luogo di ritrovo e di confronto per la
partecipazione di tutti al processo di pace, a cominciare dei giovani, spesso esclusi
dal progetto sul futuro della regione. Pochi giorni fa proprio al “Villaggio della
pace”, su iniziativa di ong locali, si sono radunati centinaia di giovani senegalesi,
gambiani e delle due Guinee. “I giovani vanno coinvolti in quanto primi protagonisti
ma a tempo stesso vittime del conflitto” ha detto Henry Ndecky, coordinatore della
Rete di Dinamica della pace in Casamance. Sull’importanza della “sinergia” tra tutte
le parti coinvolte nel processo di pace e sulla “trasparenza nella risoluzione della
crisi” ha invece insistito Katy Cops, responsabile del Servizio civile per la pace
in Casamance. Al termine dell’incontro al “Villaggio della pace” i giovani hanno stilato
un elenco di proposte trasmesse al presidente Sall. Il mese scorso sono stati invece
le varie fazioni dell’Mfdc ad incontrarsi nella confinante Guinea Bissau: per la prima
volta attorno allo stesso tavolo le diverse correnti ribelli hanno trovato punti di
accordo, dando vita a un Comitato di riconciliazione interna. (R.P.)