Messa dell’Epifania. Il Papa: i Magi insegnano a custodire la fede dal male con “santa
furbizia”
“Cerchiamo la luce” di Dio con “le nostre piccole luci” e non accontentiamoci di una
vita mediocre. È l’esortazione centrale dell’omelia della Messa con la quale Papa
Francesco ha celebrato ieri mattina, nella Basilica Vaticana, la solennità dell’Epifania.
Il Papa ha invitato i credenti alla “furbizia” dello spirito, la stessa che permise
ai Magi di trovare e adorare Gesù, evitando le insidie di Erode. Il servizio di Alessandro
De Carolis:
L’Epifania
è una luce inseguita con perseveranza fino alla scoperta di una luce più grande e
dirompente, che cambia per sempre la vita. Ma dietro l’Epifania può nascondersi il
buio, quello più abietto, che magari “si traveste di luce”, ma che in realtà trama
senza scrupoli pur di difendere i propri privilegi. L’Epifania è una stella ed è anche
Erode, una strada e il suo ostacolo, come sempre accade nella ricerca della fede.
Su questi simboli Papa Francesco impernia la sua prima omelia da Pontefice nella solennità
del 6 gennaio. La prima attenzione è per i protagonisti, i Magi. La stella apparsa
in cielo, afferma, “li muove alla ricerca della grande Luce di Cristo”:
“I
Magi seguono fedelmente quella luce che li pervade interiormente, e incontrano il
Signore. In questo percorso dei Magi d’Oriente è simboleggiato il destino di ogni
uomo: la nostra vita è un camminare, illuminati dalle luci che rischiarano la strada,
per trovare la pienezza della verità e dell’amore, che noi cristiani riconosciamo
in Gesù, Luce del mondo”.
Anche i cristiani di oggi, nota il Papa, hanno
la loro stella. È il Vangelo, da leggere e meditare, per “fare esperienza” di Gesù
e del suo amore. Ma su questa strada di ricerca può capitare di perdere “per un po’
la vista della stella”, come avvenne per i Magi quando incrociarono l’ombra di un
Erode “sospettoso e preoccupato” per la nascita di un piccolo, fragile, e tuttavia
per lui pericoloso “rivale”:
“In realtà Gesù non è venuto ad abbattere lui,
misero fantoccio, ma il Principe di questo mondo! Tuttavia il re e i suoi consiglieri
sentono scricchiolare le impalcature del loro potere, temono che vengano capovolte
le regole del gioco, smascherate le apparenze. Tutto un mondo edificato sul dominio,
sul successo e sull’avere, sulla corruzione è messo
in crisi da un Bambino! Ed Erode arriva fino a uccidere i bambini. Un Padre della
Chiesa diceva: ‘Tu uccidi i bambini nella carne perché la paura ti uccide nel cuore’.
E’ così: aveva paura e per questa paura è impazzito”.
Se il “buio della
mondanità” oscura per un po’ la vista della stella, lontano da quella negativa influenza
i Magi ritrovano luce e via fino a Betlemme. Ma è su ciò che i saggi venuti da Oriente
compiono al momento di tornare a casa che Papa Francesco attira l’attenzione. Sulla
loro “santa furbizia” che li porta a non cadere nella trappola tesa da Erode:
“Loro,
con questa ‘santa furbizia’ hanno custodito la fede. E anche noi dobbiamo custodire
la fede. Custodirla da quel buio. Ma, anche, tante volte, un buio travestito di luce,
eh? Perché il demonio, dice San Paolo, si veste da angelo di luce, alcune volte. E
qui è necessaria la ‘santa furbizia’, per custodire la fede, custodirla dai canti
delle sirene, che ti dicono: ‘Ma, guarda, oggi dobbiamo fare questo, quello...’ Ma,
la fede è una grazia, è un dono. A noi tocca custodirla con questa ‘santa furbizia’,
con la preghiera, con l’amore, con la carità”.
Non solo. Nel comportamento
dei Magi, rileva Papa Francesco, si può cogliere un altro aspetto molto istruttivo:
“Ci
insegnano a non accontentarci di una vita mediocre, del ‘piccolo cabotaggio’, ma a
lasciarci sempre affascinare da ciò che è buono, vero, bello… da Dio, che tutto questo
lo è in modo sempre più grande! E ci insegnano a non lasciarci ingannare dalle apparenze,
da ciò che per il mondo è grande, sapiente, potente. Non bisogna fermarsi lì. E’ necessario
custodire la fede”.
Custodirla, ripete Papa Francesco, “oltre la mondanità”
per “andare verso Betlemme, là dove, nella semplicità di una casa di periferia, tra
una mamma e un papà pieni d’amore e di fede, risplende il Sole sorto dall’alto, il
Re dell’universo”.