Giornata dell'infanzia missionaria: "Destinazione mondo" per portare la fede ai ragazzi
con i ragazzi
Rendere anche i bambini e i ragazzi protagonisti della missione attraverso la preghiera
e la solidarietà. Con questo obiettivo si è celebrata ieri la Giornata mondiale dell’infanzia
missionaria, promossa dalla Pontificia opera dell’infanzia missionaria, salutata ieri
mattina da Papa Francesco all'Angelus. Sul significato di questo appuntamento, vissuto
dai più piccoli nelle proprie diocesi, Antonella Pilia ha intervistato don
Michele Autuoro, direttore delle Pontificie opere missionarie in Italia:
R. – Il senso
è quello di rendere i bambini e i ragazzi, in quanto battezzati, protagonisti della
missione. Questa giornata ha delle radici molto antiche: la prima è stata celebrata
nel 1951 e in quel giorno fu stabilito che si celebrasse il 6 gennaio di ogni anno,
nella solennità dell’Epifania. Ma, in realtà, la Giornata dell’infanzia missionaria
ha radici ancora più antiche perché é nata in Francia nel 1843 grazie ad alcuni vescovi
francesi e agli appelli di missionari, che scrivevano soprattutto dalla Cina. E così
nacque questo invito a rendere anche i ragazzi corresponsabili della missione attraverso
la preghiera e la solidarietà. Il primo slogan che si lanciò era “Salviamo i bambini
con i bambini”, invitando a recitare un’Ave Maria al giorno e a dare un piccolo contributo
settimanale per aiutare i bambini delle zone più povere e anche delle Chiese più giovani.
D.
– Quest’anno, invece, il tema scelto per la Giornata dell’infanzia missionaria in
Italia è “Destinazione mondo” …
R. – Questo è l’invito che rivolgiamo a tutti
i ragazzi, ma soprattutto agli educatori perché siano loro a risvegliare questa coscienza
missionaria nei ragazzi e nei bambini loro affidati. “Destinazione mondo” è anche
lo slogan che ha accompagnato la Giornata missionaria mondiale di quest’anno – intitolata
“Sulle strade del mondo” – perché anche i nostri ragazzi sentano che c’è una fraternità
universale, che devono farsi compagni di viaggio di tanti: di quelli lontani ma anche
di quelli vicini. Questo perché la missione non è solo una questione di dimensioni
geografiche – come ha detto Papa Francesco nel messaggio per la Giornata missionaria
mondiale – ma di popoli, di cultura, di singole persone proprio perché i confini della
fede, dice il Papa, non attraversano solo luoghi e tradizioni umane ma il cuore di
ciascun uomo e di ciascuna donna. Quindi, questo è l’invito ai nostri ragazzi affinché
si crei questa amicizia, perché percepiscano che l’altro non è un forestiero ma è
un fratello, un amico e un tesoro prezioso. Vogliamo che attraverso gli educatori
giunga questo messaggio a tutti i nostri ragazzi e loro possano vivere questa dimensione.
D.
– Quali iniziative vedono coinvolti i bambini in questa giornata?
R. - Ogni
diocesi ha le sue iniziative particolari, che cominciano già durante il tempo di Avvento,
quando i ragazzi, nelle parrocchie e nelle diocesi di appartenenza, ricevono anche
il “mandato” di adoperarsi per questa riflessione e anche per questa solidarietà,
raccogliendo fondi per i progetti che poi vengono finanziati in tutto il mondo, sempre
a favore dei ragazzi e dei loro coetanei.
D. – C’è un progetto particolare
al quale verranno devolute le offerte raccolte?
R. – Non c’è un progetto particolare.
Di volta in volta, la direzione internazionale ci affida determinati progetti da finanziare.
Proprio in questi giorni abbiamo finanziato un progetto, sia educativo che sanitario,
destinato ai ragazzi delle Filippine. Lo scorso anno, invece, posso dire che la direzione
nazionale ha destinato ai progetti per l’infanzia missionaria un milione e 700 mila
euro, raccolti dai bambini italiani per i loro coetanei. Poi, di volta in volta, ci
verranno segnalati gli altri progetti per l’anno prossimo e a questi verranno devolute
anche le offerte del 6 gennaio, che i bambini avranno raccolto in questo tempo. Così
rispondiamo all’appello del Papa di andare e di uscire dalla nostra Chiesa e quindi
di metterci in cammino e sentirci tutti vicini e solidali per condividere la fede
e anche i beni materiali.