Elezioni in Bangladesh, padre Gheddo: avanza l'estremismo islamico, paura tra i cristiani
Si sono svolte questa domenica in un clima di violenza le elezioni in Bangladesh.
In scontri e attentati hanno perso la vita almeno 17 persone. Numerosi i seggi devastati.
Nel Paese è in atto uno sciopero per far cadere il governo della premier Sheikh Hasina.
Lo guida, alla testa di una coalizione di 18 gruppi, il Partito nazionalista bengalese
che ha definito il voto “una farsa”. Sulla situazione, Massimiliano Menichetti
ha intervistato padre Piero Gheddo, missionario del Pime, per tanti anni in
Asia:
R. – C’è sempre
stata questa inimicizia tra i moderati, che sono rappresentati dalle Lega Awami con
la Sheihk Hasina e gli estremisti islamici che sono oggi rappresentanti dal Bangladesh
National Party. In pratica c’è un estremismo islamico che vorrebbe conquistare il
potere. Questo è il problema! Il Bangladesh è invece nato come laico, nel ’72: il
governo voleva assolutamente questo! Però poi già nel ’75 è cominciato un tempo lungo
di dittatura, di militari, di violenze, fino al ’91, quando i due partiti si sono
messi d’accordo per la pace. Lì abbiamo avuto un periodo abbastanza lungo e questo
ha dato una svolta alla storia economica del Bangladesh.
D. - Una rinascita
economica per quanto riguarda lo sviluppo del manifatturiero, anche se ci sono problemi
per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro…
R. – Ricordiamo che il Bangladesh
è esteso quanto metà Italia e ha 160 milioni di abitanti, di cui 12 milioni sono all’estero
e lavorano. Non ha alcuna risorsa, eccetto il gas, che tirano fuori per l’energia,
ma che è pochissimo in confronto a quello che stanno consumando. La svolta economica
del Bangladesh avviene dal ’94-’95 ad oggi, quando molte ditte straniere sono entrate
per far produrre stoffe. E io ho visto le fabbriche: fanno spavento! Fabbriche dell’Europa
del 1800… Povera gente che lavoravano 12-13-14 ore al giorno, dormono tra una macchina
e l’altra. Però questo ha portato uno sviluppo notevole: strade, scuole… Però due
anni fa sono incominciati questi contrasti tra estremismo islamico e governo nazionale,
perché – bisogna dire – da dopo il crollo delle Torri Gemelle di New York è incominciata
l’infiltrazione – c’era già prima, ma poi è diventata più grande – di estremisti islamici
dai Paesi arabi, che sono finanziati anche dall’estero. C’è stato poi anche un fatto
grave negli ultimi tempi: il 18 ottobre dell’anno scorso è scoppiata una bomba in
una moschea ed è cominciata anche la discussione su chi ha messo quella bomba. Non
c’era mai stato un attentato contro i musulmani!
D. – Padre Gheddo, in questo
contesto come vivono i cristiani?
R. – I cristiani vivono in una situazione
di paura, perché negli ultimi tempi specialmente c’è stata una recrudescenza di marginalizzazione
e non solo nei confronti dei cristiani, ma anche dei buddisti e degli indù. C’è il
pericolo poi che il governo stringa i freni, per esempio, sull’ingresso dei missionari…
D.
– Qual è il suo augurio in questo momento per il Paese?
R. – Che cessino gli
scioperi e che si mettano d’accordo. Devono capire che se si va avanti così, il Bangladesh
scoppia! La gente non vive più! E ci sono ditte straniere che fuggono! Quindi crollerebbe
l’economia e crollerebbe tutto! Bisogna pregare e poi fare il possibile in campo internazionale
per questo popolo.