2014-01-04 14:11:06

Egitto: nuovi scontri tra forze di sicurezza e seguaci del deposto presidente Morsi


In Egitto un soldato è stato ucciso e almeno altri due sono stati feriti per l'esplosione di una bomba nella penisola del Sinai. L’Università al Azhar, al Cairo, è stata teatro di scontri tra forze di sicurezza e sostenitori dei Fratelli Musulmani. E si prevedono nuove tensioni: gli islamisti hanno annunciato manifestazioni ad oltranza. Eugenio Bonanata ne ha parlato con Valentina Colombo, ricercatrice di storia dei Paesi islamici all’Università Europea di Roma::RealAudioMP3

R. - Quanto sta accadendo ci fa capire, ci conferma, per l’ennesima volta, che i Fratelli Musulmani qualora non accettassero il potere centrale o non accettassero una persona in generale, potrebbero arrivare tranquillamente all'uso della forza. Perché in questo momento definendo “un colpo di Stato” quello avvenuto nei mesi scorsi, definendo “terrorista” il regime militare, si trovano in una posizione di resistenza, che è la stessa posizione - per fare un parallelo - di Hamas nei confronti di Israele.

D. - I Fratelli Musulmani protestano anche contro i processi che riguardano il deposto presidente Morsi …

R. - Assolutamente sì. E loro non si fermeranno, non hanno nulla da perdere in questo momento, ma - purtroppo - possono ancora contare su tutta una serie di istituzioni, di associazioni a loro legate e radicate sul territorio. Per cui, quello che io auspico è che il governo possa agire su educazione, ospedali, scuole, università e migliorare la condizione economica e sociale alla base. Allora, in quel caso il governo potrà veramente sradicare i Fratelli musulmani, perché troverà quel popolo, quei 25 milioni di persone che hanno firmato le petizioni anti Morsi, veramente dalla propria parte.

D. - Gli islamisti hanno annunciato proteste ad oltranza; i prossimi non saranno giorni facili per l’Egitto …

R. - Non sarà una sorpresa - purtroppo - quello che accadrà, però il popolo egiziano oggi ha capito che forse i Fratelli Musulmani non sono la soluzione, non lo sono mai stata! Ovviamente il regime militare non dovrà incorrere nello stesso errore dei Fratelli Musulmani, cioè attaccare per attaccare, e in una situazione di questo genere tutto è possibile. Però, credo che la maggior parte degli egiziani, oggi, sia decisamente schierata, con varie sfumature, dalla parte del governo. Quindi, qualora ci saranno attentati, attacchi, scontri, il popolo saprà perché accadono e saprà da che parte stare.

D. - Secondo lei quali dovrebbero essere le scelte del governo egiziano nel breve periodo?

R. - Credo che si dovranno concentrare fondamentalmente sulla sicurezza interna, un aspetto che va di pari passo con il riavvio di quella che è l’entrata principale della nazione egiziana: il turismo. Quello che poi mi auguro è anche l’avvio di politiche a lungo termine che devono andare assolutamente a favore di un popolo che da anni è un popolo sfinito, che non è ovviamente il popolo delle grandi città; ricordiamoci che la maggior parte della popolazione egiziana vive nelle campagne e le campagne egiziane non hanno niente a che vedere con quello che vive il Cairo, Alessandria o Port Said. Lì, la povertà regna sovrana, e quelle sono anche le enclave dei Fratelli Musulmani e degli estremisti islamici. Non dimentichiamoci dei salafiti, che adesso stanno cercando di parteggiare per il governo, che poi alla fine sono l’altra faccia della medaglia dei Fratelli Musulmani. Ecco, allora, forse potremo iniziare a parlare di un futuro migliore per gli egiziani.







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