Sud Sudan. Iniziati ad Addis Abeba i colloqui di pace: situazione umanitaria drammatica
Sono iniziati ieri ad Addis Abeba, in Etiopia, i negoziati per un cessate il fuoco
in Sud Sudan, con l'obiettivo di porre fine a tre settimane di scontri tra le forze
del governo e i ribelli fedeli all'ex vicepresidente, Riek Machar, che hanno causato
finora un migliaio di morti, secondo l'Onu. A mediare tra le due parti c'è l'Autorità
intergovernativa per lo sviluppo (Igad), organizzazione di sei Stati dell'Africa orientale.
Gli esponenti dei due fronti non hanno per ora avuto alcun colloquio faccia a faccia.
"I colloqui diretti cominceranno domani o il giorno dopo - ha detto Yohanes Pouk,
portavoce della delegazione dei ribelli - siamo pronti a discutere della fine delle
violenze, è nell'interesse di tutti noi. Discuteremo anche di altre questioni importanti,
relative alla spartizione del potere". Ma ogni ipotesi di cessate il fuoco è stata
finora respinta. Da Juba, intanto, le forze ribelli continuano a scontrarsi con l'esercito
regolare e hanno fatto sapere di essere vicine alla capitale Juba. Gli scontri hanno
creato una grave emergenza umanitaria. Tra i più colpiti vi sono gli oltre 200.000
rifugiati sudanesi accolti nei campi di Yida e Ajuong Thok nello Stato di Unità. Una
delle situazione più drammatiche si registra ad Awerial, nello Stato dei Laghi (nel
centro del Sud Sudan) dove oltre 70.000 sfollati, in maggioranza donne e bambini,
sono privi di assistenza.