Manifestazioni pro Morsi e scontri con la polizia in Egitto: pesante il bilancio delle
vittime
Nuovi disordini e violenze in Egitto a seguito delle manifestazioni indette dai sostenitori
del deposto presidente Morsi: il bilancio ancora provvisorio parla di 16 morti accertati
e decine di feriti. Intanto il ministro dell’Interno ha reso noto l’arresto di altri
122 esponenti dei Fratelli Musulmani. Cecilia Seppia:
Come avevano
annunciato gli islamisti fedeli al deposto presidente Morsi sono tornati in piazza
sfidando il divieto a manifestare imposto dalle autorità, in quello che è stato ribattezzato
il “Venerdì della Dignità”. Proteste queste sollevate dall’Alleanza Nazionale per
il Sostegno alla Legittimità di cui fanno parte i Fratelli Musulmani già dichiarati
organizzazione terroristica e altri vari gruppi che continuano ad invocare appunto
il ritorno alla presidenza di Mohammed Morsi di cui a breve si attende il terzo processo
e a boicottare il Referendum costituzionale del prossimo 14 gennaio. Dal Cairo ad
Alessandria e poi Ismailiya, Fayoum e sul Canale di Suez ovunque sono stati esplosi
colpi di arma da fuoco, lanciati sassi, bottiglie molotov, incediate auto e devastate
le vetrine dei negozi, mentre la polizia in assetto antisommossa è intervenuta usando
idranti e gas lacrimogeni. Il bilancio dei morti sale di ora in ora ma la dinamica
degli scontri resta incerta; le forze dell’ordine ancora adesso presidiano nella capitale
piazza Tahrir e piazza Rabaa, i disordini iniziati nel quartiere di Faysal si sono
poi estesi anche davanti al campus dell'università islamica di Al Azhar.