Vaticano: incontro sulla Siria. Mons. Sorondo: necessaria tregua e corridoi umanitari
126mila morti e 300mila orfani in tre anni di conflitto: sono i drammatici numeri
della crisi siriana che ancora non vede soluzione. Di quanto sta accadendo nel Paese
si discuterà in Vaticano il prossimo 13 gennaio nel corso di un workshop: “Siria -
si può restare indifferenti?”. L’incontro è stato promosso dalla Pontificia Accademia
delle Scienze, tra i partecipanti, l’ex premier britannico Tony Blair ed il premio
Nobel per la pace Mohammed El Baradei. Al microfono di Benedetta Capelli, ce
ne parlail cancelliere dell’Accademia, mons. Marcelo Sánchez Sorondo:
R. – L’incontro
è in linea con l’impegno dimostrato dal Papa: ricordo il suo digiuno nel momento in
cui la situazione era drammatica e la sua lettera al presidente Putin, allora presidente
del G20, nella quale si chiedeva ai governi interessati di riconsiderare il tema del
bombardamento ... un gesto che - come sappiamo - ha ottenuto l’effetto desiderato.
Adesso ci sarà un prossimo incontro, Ginevra 2. Quindi, vogliamo promuovere un evento
per studiare un po’ le soluzioni e offrire al Papa qualche elemento in più.
D.
- Quali sono le proposte sulle quali discuterete?
R. - Il cessate il fuoco
per rendere possibile l’aiuto umanitario, per creare corridoi umanitari che al momento
non ci sono; la cessazione della persecuzione contro i cristiani e dunque del cosiddetto
“martirio interreligioso”. L’ideale sarebbe di promuovere la creazione di un’eventuale
autorità transitoria al fine di organizzare delle elezioni. Loro hanno una Costituzione,
ma la devono rispettare! E allo stesso tempo vogliamo contrastare la tratta delle
persone, la prostituzione: temi cari al Papa insieme a quello della globalizzazione
dell’indifferenza. Queste sono un po’ le nostre proposte ideali.
D. - Lei ha
parlato di Ginevra 2: ma, secondo, lei ci sono reali possibilità di trovare un'intesa
tra i vari attori che discutono del bene della Siria?
R. - Se si fa l’incontro
è perché qualche possibilità c’è! Speriamo bene. È molto difficile, ma penso che -
così come abbiamo evitato le bombe - qualcosa in questo incontro si potrà ottenere,
almeno spero nella creazione di corridoi umanitari.
D. - I numeri di questo
conflitto sono veramente impressionanti. Il titolo del vostro workshop: “Siria - si
può restare indifferenti?”, ovviamente li richiama. Il mondo è stato davvero indifferente
di fronte alla tragedia siriana?
R. - Il problema è che ci sono tanti interessi
che si incrociano, tante responsabilità. Forse i diversi leader hanno guardato più
ai loro interessi che non a quello comune, ovvero evitare i circa 130 mila morti ed
i tanti bambini rimasti orfani, senza genitori. Per non parlare degli altri drammi
delle famiglie, l’esodo della gente, specialmente dei cristiani. Tante persone - anche
vescovi - sono scomparse. Insomma, la situazione è drammatica. Questo, evidentemente,
mostra ancora di più quella che il Papa chiama “la globalizzazione dell’indifferenza”.
È inspiegabile che nessuno possa mettere fine a questa guerra che dura da tre anni!
Piuttosto, in questo momento, bisogna partire dal dramma e cercare di trovare una
soluzione il prima possibile.