2014-01-02 14:38:03

Vaticano: incontro sulla Siria. Mons. Sorondo: necessaria tregua e corridoi umanitari


126mila morti e 300mila orfani in tre anni di conflitto: sono i drammatici numeri della crisi siriana che ancora non vede soluzione. Di quanto sta accadendo nel Paese si discuterà in Vaticano il prossimo 13 gennaio nel corso di un workshop: “Siria - si può restare indifferenti?”. L’incontro è stato promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze, tra i partecipanti, l’ex premier britannico Tony Blair ed il premio Nobel per la pace Mohammed El Baradei. Al microfono di Benedetta Capelli, ce ne parla il cancelliere dell’Accademia, mons. Marcelo Sánchez Sorondo:RealAudioMP3

R. – L’incontro è in linea con l’impegno dimostrato dal Papa: ricordo il suo digiuno nel momento in cui la situazione era drammatica e la sua lettera al presidente Putin, allora presidente del G20, nella quale si chiedeva ai governi interessati di riconsiderare il tema del bombardamento ... un gesto che - come sappiamo - ha ottenuto l’effetto desiderato. Adesso ci sarà un prossimo incontro, Ginevra 2. Quindi, vogliamo promuovere un evento per studiare un po’ le soluzioni e offrire al Papa qualche elemento in più.

D. - Quali sono le proposte sulle quali discuterete?

R. - Il cessate il fuoco per rendere possibile l’aiuto umanitario, per creare corridoi umanitari che al momento non ci sono; la cessazione della persecuzione contro i cristiani e dunque del cosiddetto “martirio interreligioso”. L’ideale sarebbe di promuovere la creazione di un’eventuale autorità transitoria al fine di organizzare delle elezioni. Loro hanno una Costituzione, ma la devono rispettare! E allo stesso tempo vogliamo contrastare la tratta delle persone, la prostituzione: temi cari al Papa insieme a quello della globalizzazione dell’indifferenza. Queste sono un po’ le nostre proposte ideali.

D. - Lei ha parlato di Ginevra 2: ma, secondo, lei ci sono reali possibilità di trovare un'intesa tra i vari attori che discutono del bene della Siria?

R. - Se si fa l’incontro è perché qualche possibilità c’è! Speriamo bene. È molto difficile, ma penso che - così come abbiamo evitato le bombe - qualcosa in questo incontro si potrà ottenere, almeno spero nella creazione di corridoi umanitari.

D. - I numeri di questo conflitto sono veramente impressionanti. Il titolo del vostro workshop: “Siria - si può restare indifferenti?”, ovviamente li richiama. Il mondo è stato davvero indifferente di fronte alla tragedia siriana?

R. - Il problema è che ci sono tanti interessi che si incrociano, tante responsabilità. Forse i diversi leader hanno guardato più ai loro interessi che non a quello comune, ovvero evitare i circa 130 mila morti ed i tanti bambini rimasti orfani, senza genitori. Per non parlare degli altri drammi delle famiglie, l’esodo della gente, specialmente dei cristiani. Tante persone - anche vescovi - sono scomparse. Insomma, la situazione è drammatica. Questo, evidentemente, mostra ancora di più quella che il Papa chiama “la globalizzazione dell’indifferenza”. È inspiegabile che nessuno possa mettere fine a questa guerra che dura da tre anni! Piuttosto, in questo momento, bisogna partire dal dramma e cercare di trovare una soluzione il prima possibile.







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