Con la firma, ieri, da parte del Presidente della repubblica Pranab Mukherjee, è diventata
effettiva la legge anti-corruzione che crea tra l’altro un organismo di indagine e
denuncia con ampi poteri. La firma è arrivata a circa due anni dall’inizio di una
campagna portata sovente anche nel cuore della capitale da movimenti anti-corruzione
alla cui guida si è messo Anna Hazare e che hanno mobilitato un gran numero di gruppi
della società civile e milioni di cittadini in tutto il Paese. Azioni che hanno costretto
la politica a impegnarsi per contenere fenomeni dilaganti con ampio impatto sull’opinione
pubblica ma anche sull’immagine dei partiti e delle iniziative ad essi associati.
La legge, tuttavia, ha avuto un percorso accidentato, in particolare per quanto riguarda
l’organismo con ampi poteri, delegato a mettere sotto accusa politici e dipendenti
pubblici a ogni livello. L’approvazione nel primo giorno dell’anno ha anche un forte
significato simbolico, dato l’avvio di un anno elettorale che il Paese affronta con
una prospettiva di cambiamento al vertice. Nonostante l’approvazione bipartisan della
legge il mese scorso, infatti, è al momento il Bharatiya Janata Party, principale
formazione dell’opposizione parlamentare, ad avvantaggiarsi del malcontento che il
governo guidato dal Partito del Congresso ha suscitato in ampi settori della società.
Corruzione e malaffare, insieme ai temi dello sviluppo sono infatti in cima ai programmi
della campagna elettorale già in corsa. Una riprova è stato il voto che nel territorio
della capitale New Delhi ha dato da ieri la premiership a Harvind Kejriwal, leader
dell’Aam Aadmi Party (Partito dell’uomo comune), il cui programma si basa sull’impegno
contro la corruzione, per maggiore sicurezza e giustizia. (R.P.)