Sud Sudan: governo e ribelli attesi per colloqui in Etiopia, ma si combatte a Bor
Non si fermano le ostilità in Sud Sudan, proprio nelle ore in cui avrebbero dovuto
cominciare, ad Addis Abeba, i colloqui tra il governo guidato da Salva Kiir e i ribelli
fedeli all’ex vicepresidente Riek Machar. Al centro degli scontri la città di Bor,
capitale dello Stato di Jonglei, teatro in queste settimane di aspri combattimenti.
Il servizio di Davide Maggiore:
Bor è “zona
di guerra”, e “i combattimenti proseguono” ancora, secondo il ministero degli Esteri
sud-sudanese; ma per altre fonti le truppe governative hanno abbandonato almeno in
parte la città contesa, 190 chilometri a sud della capitale Juba. Dal capoluogo sono
fuggiti anche migliaia di civili, che hanno attraversato il Nilo Bianco per mettersi
in salvo. L’occupazione della città potrebbe permettere ai ribelli di partire da una
posizione di maggiore forza nei colloqui previsti in Etiopia, ad Addis Abeba. Ieri
è scaduto il termine che i Paesi della regione avevano dato alle parti in conflitto
per iniziare una trattativa e - nonostante gli scontri in corso – sia il governo che
gli insorti hanno confermato di voler negoziare. Una disponibilità accolta con favore
dagli Stati Uniti: la Casa Bianca ha anche chiarito che negherà il suo sostegno a
chi usa la forza per accedere al potere e che si impegnerà per far perseguire i responsabili
di abusi e crimini di guerra, a qualsiasi schieramento appartengano. Preoccupa, infine,
la situazione umanitaria: l’Organizzazione mondiale della sanità teme che nel Paese
possano svilupparsi epidemie, perché anche molti operatori sanitari hanno abbandonato
le aree colpite dalle violenze.