Marco Lombardi, esperto di gestione della crisi e comunicazione del rischio - Università
S.Cuore (Milano) Siamo in una
terra tribolata dove nazionalismo, etnicità e terrorismo islamico si fondano contro
il nemico storico: la Russia. E se per i terroristi i Giochi Olimpici sono platea
per mostrare al mondo il proprio disagio, per Putin (lungi dal volerne risolvere i
conflitti!) diventano l'occasione ideale per blindare un'area difficile e problematica
da sempre. Tutto questo con la connivenza e il disinteresse del resto del mondo che,
in nome della sicurezza dei Giochi Olimpici, permette e legittima l’azione russa.
La bellissima città di Sochi, Nord del Caucaso, si sta preparando ad accogliere
i Giochi Olimpici Invernali mentre gli attentati kamikaze di questi giorni ricordano
che arena pericolosa sia stata scelta. Una zona multietnica problematica, da secoli
campo di battaglia contro i russi, terreno fertile per il jihadismo e, soprattutto,
ricca di immensi giacimenti petroliferi (a cura di Emanuela Campanile)