“Ti ri-Guarda”: Capodanno francescano ad Assisi per duemila giovani
“Ti ri-Guarda”, il titolo dell’atteso "Capodanno francescano", che ha riunito ad Assisi
2mila giovani, per trascorrere insieme nella gioia e nella serenità questo evento.
Il raduno si è svolto alla Porziuncola, dove solo due mesi fa Papa Francesco aveva
incontrato i giovani umbri nel Santuario di Santa Maria degli Angeli. Ad accogliere
di nuovo i giovani in questo luogo carico di fede è stato padre Francesco Piloni.
L'intervista al religioso è di Roberta Gisotti:
R. – Le parole
di Papa Francesco ci riguardano, sono vive e riecheggiano ancora in mezzo a noi perché
sono proprio il desiderio di Dio, di incontrare ogni suo figlio. Ed è proprio quello
che noi vogliamo proporre a questi duemila giovani che stanno già arrivando ad Assisi:
che Dio non si è dimenticato di te. C’è un Padre che costantemente ha lo sguardo pieno
di desiderio sulla vita di ogni suo figlio.
D. – Spesso, si parla della gioventù
di oggi come di una gioventù sfiduciata, una gioventù cui è stato rubato il futuro.
Perché?
R. – I giovani sentono che il futuro è stato loro chiuso da un mondo
che sembra avere già occupato tutti i posti: sembra che i giovani di oggi siano in
esubero, quasi un di più rispetto ad un mondo che è frenetico, che va veloce… Allora,
quello che conta, invece, è ricordare ai giovani che il futuro si costruisce dall’oggi:
il futuro si costruisce a partire da un presente dove tu sei chiamato a esserci pienamente.
Ecco, la fatica di molti giovani che incontriamo è di evadere, di lanciarsi in un
futuro che non c’è, quindi in un mondo di sogni lontano, o di essere ripiegati in
un passato che non c’è più, e che spesso li ha feriti. A noi piace dire ai ragazzi
di affidare il loro futuro alla Provvidenza di Dio, di affidare il loro passato alla
Misericordia di Dio e di giocarsi tutto in quest’oggi, dove Dio c’è e cammina con
noi. L’Emanuele è proprio questo.
D. – Papa Francesco ha chiesto a tutti di
ricercare la pace nel proprio cuore e ha detto: “La pace francescana non è un sentimento
sdolcinato”…
R. – Quello che sicuramente il Papa voleva consegnare è proprio
questo: la pace è sempre il risultato di una lotta. Ecco, noi ci accorgiamo che i
giovani hanno paura di entrare nella vita perché non sono preparati ai combattimenti
quotidiani, normali, di tutti i giorni; alle tensioni del vivere con le relazioni,
con le persone, con gli affetti, con una vita che non va sempre come pensiamo noi.
Sono tensioni interne, sono tensioni esterne: l’Emanuele è venuto a portare pace nelle
tensioni tra gli assurdi della vita, tra le tensioni contrapposte. Allora, in noi
ci sono le luci, ma ci sono anche le tenebre, c’è la gioia ma ci sono anche i tempi
di tristezza, c’è il momento di fare pace, ma c’è anche il momento di combattere e
di lottare per ciò che vale veramente la pena. La pace è sempre il risultato di un
combattimento che manifesta quello che veramente una persona desidera e vuole. Ma
soprattutto, la pace è il risultato di un Dio che viene a combattere con noi. Infatti,
una delle espressioni che lanceremo fortemente nella prossima notte del Capodanno
2013-2014 è proprio “Non temere, io sono con te!”. Il nostro Dio lo ripete nella Bibbia
366 volte: vuol dire 365 giorni più – pensando anche al bisestile – 366 volte. Ripete
quest’espressione perché l’uomo ha bisogno di questo: sapersi non solo, ma accompagnato
da Dio.
D. – Padre Francesco, come si svolgerà l’evento?
R. – Prima
di tutto incontreremo nel Santuario, dalle 18 alle 19, i giovani che poi si possono
collegare anche tramite via web, perché sono tanti gli amici che sono sparsi un po’
in tutto il mondo e che ci seguono. Dopodiché, ci sarà la cena e poi, dalle 20.30
fino alle 22.15, ci sarà una festa: con il canto, con il ballo diremo la gioia di
essere vivi, di avere un Padre che ci ama. Poi, verso le 22.15 ci sarà un momento
di testimonianza di un giovane sposo che lavora alla Caritas a Napoli, per dire che
“ti ri-guarda”: non è semplicemente il Signore che tiene continuamente lo sguardo
aperto su di noi, ma siamo chiamati a fare lo stesso anche noi soprattutto al fratello
che si sente solo, che si sente dimenticato. Dopo, verso le 23, ci trasferiamo nuovamente
in Santuario, in una lunga processione di questi duemila giovani, con le luci accese
e in un clima di preghiera, e alle 23.30 inizierà la celebrazione eucaristica dove
dalla Porziuncola saluteremo l’anno 2013 e ci apriremo a questo nuovo anno, con la
certezza di essere guardati da Dio, di sperare che anche noi continuiamo a guardare
i fratelli che ci sono accanto.