Russia, alto l'allarme dopo il duplice attentato a Volgograd. Putin rafforza la sicurezza
Non ci faremo piegare dai terroristi, questa la risposta del ministero degli esteri
russo ai due attentati kamikaze che nell’arco di poche ore hanno sconvolto Volgograd,
con un bilancio di 31 morti. A Mosca è stata evacuata la Piazza Rossa dopo un allarme
bomba, mentre tutto il paese è in allerta soprattutto per l’avvicinarsi dell’inizio
di Giochi olimpici di Soci, tra 38 giorni. Il presidente del Comitato internazionale
olimpico, Thomas Bach, oltre a condannare lo spregevole attacco contro persone innocenti,
ha espresso piena fiducia nei confronti delle azioni delle autorità russe. Il presidente
Putin ha già potenziato le misure di sicurezza in tutto il Paese, mentre gli Usa
hanno offerto a Mosca la loro collaborazione. La scorsa estate, il terrorista ceceno
Umarov aveva diffuso un video in cui sollecitava attacchi contro i Giochi. Salvatore
Sabatino ha chiesto ad Andrea Margelletti, presidente del Centro studi
internazionali, se esista un collegamento diretto tra quell’appello e quanto accaduto
nelle ultime ore:
R. – Direi proprio
di sì: è in atto uno scontro tra chi vuole mostrare che l’area è normalizzata e pacificata
e chi invece vuole portare l’attenzione ancora sui problemi non risolti nel Caucaso.
D.
– Che cosa ci possiamo attendere come risposta da Putin?
R. – E’ sicuramente
un terrorismo non sconfitto: basti vedere la presenza dell’Internazionale caucasica
anche nel conflitto in Siria e in altre parti del mondo. Occorrerà vedere. Putin,
molto probabilmente, rafforzerà i Servizi di sicurezza. Onestamente, è difficile fare
molto di più…
D. – Negli ultimi attentati, i kamikaze, per la maggior parte
donne, non provenivano più dalla Cecenia ma dal Daghestan. Questo vuol dire che un
po’ tutta l’area è ancora caldissima…
R. – Esattamente. Dalla piccola enclave
cecena, ormai il movimento ultraradicale terroristico è diventato una realtà che si
è allargata fino a comprendere più Paesi.
D. – Negli ultimi anni la Russia,
lo ricordiamo, ha vissuto momenti drammatici legati al terrorismo, pensiamo soltanto
alla scuola di Beslan o al teatro Dubrovka di Mosca. Insomma, una quotidianità fatta
comunque di paura…
R. – Sì, anche perché gli avversari sono persone molto bene
organizzate e in grado di pianificare e condurre un’operazione con stile di commando
militare. Quindi, un avversario assolutamente temibile.
D. – C’è, a questo
punto, la necessità di garantire la sicurezza dei Giochi olimpici invernali di Sochi.
Esiste il rischio, secondo lei, che venga utilizzato il pugno di ferro in Caucaso
da parte di Putin?
R. – Mi pare che il pugno di ferro, in Caucaso, sia sempre
stato utilizzato. Semmai, il problema è stato l’eccesso di pugno di ferro che ha permesso
da una parte di eliminare alcune minacce, dall’altra parte certamente di incancrenire
ancora di più il conflitto.