Una di quelle rare
occasioni in cui il 'chronos', ossia il tempo che scorre ineluttabilmente, si è mostrato
come 'kairos', cioè come 'tempo privilegiato', 'tempo di Dio'. Secondo fr
Michaeldavide Semeraro, benedettino, è questa la definizione più opportuna
per il 2013, anno che passerà alla storia per l'inedita rinuncia al papato da parte
di Benedetto XVI e la conseguente elezione del suo successore che, per la prima volta,
ha scelto il nome di Francesco. "Davvero - spiega fr Michaeldavide - nel 2013 il
tempo si è fatto un luogo salvifico. E la rinuncia di Benedetto e l'elezione di Francesco
sono stati per la Chiesa, ma anche per il mondo, la manifestazione di un tempo in
cui si può sperare. Un tempo in cui si può crescere in umanità, in speranza, nella
capacità - dimostrata da Ratzinger - di lasciare il posto a un altro perché la storia
continui nella direzione migliore per tutti. Quindi un anno che è stato davvero un
grande regalo per tutti". "Se la cronaca corrente sembra giustamente attratta soprattutto
dalle novità del pontificato di Francesco - ricorda fr Michaeldavide - la grande storia
non dimenticherà che la sua elezione è stata possibile grazie al gesto di onestà intellettuale
e esattezza mistica di Benedetto XVI . Grazie alla sua fedeltà agli incitamenti
divini che arrivano dalla coscienza. Una grande prova di umiltà e di verità. La vera
umiltà è infatti la capacità di fare verità su sé stessi per porsi davanti a Dio e
agli altri nella verità". "Contrapporre Francesco a Benedetto, ignorando la portata
riformatrice della rinuncia di quest'ultimo, significa realizzare una contrapposizione
sterile, una dicotomia forzata", nota lo scrittore Andrea Monda.
"Non esistono uomini, né tantomeno cristiani, a una sola dimensione. Ratzinger e Bergoglio
sono diversi tra di loro ma convergono insieme veso l'alto, per usare un'espressione
di Teilhard de Chardin. Sono sfumature diverse del volto di Cristo, che
però abbiamo visto sia in Ratzinger che in Bergoglio ". (a cura di Fabio Colagrande)