2013-12-30 11:23:29

Donne immigrate e imprenditrici: il progetto "Strane Straniere" dell'Associazione Atelier


Un terzo delle nuove imprese straniere in Italia è gestito da donne. L’associazione l’Atelier di Roma ha raccolto le storie di donne che da migranti sono diventate imprenditrici e che, grazie a un progetto della provincia di Roma, metteranno le loro esperienze a diposizione di altre migranti. L’iniziativa si chiama “Strane Straniere” e l’obiettivo quello di creare una rete di comunicazione e anche di contraddire lo stereotipi negativo del fenomeno migratorio. Il serviziodi Elvira Ragosta:RealAudioMP3

“Nel ’95 sono arrivata con il sogno di una ragazza di 25 anni di continuare gli studi, invece mi sono trovata a lavorare dentro una società che doveva dichiarare fallimento. L’ho ripresa io, però, malgrado la mia ignoranza in materia di meccanica. L’ho presa pagando i debiti della società e sono andata avanti nel cammino come ricambista per auto d’epoca e moderne”.

La storia di Aida è simile e allo stesso tempo diversa di quella delle altre donne che si sono raccontate all’Associazione Atelier. Ognuna di loro era giunta in Italia più di dieci anni fa, migrante e determinata. Sono le storie di donne che ce l’hanno fatta a superare le difficoltà di lasciare il proprio Paese e i propri affetti per un’avventura incerta. Sarah Zuchkra Lukanich, coideatrice del progetto:

“Parlare d’imprenditoria emigrata è già una cosa difficile, figuriamoci quella imprenditoriale immigrata al femminile che, però, è in incremento. Abbiamo donne dello Sri Lanka, dell’Ucraina e della Russia qui da pochi anni – due o tre anni – e già si sono messe in proprio. E’ interessante, dunque, vedere che ognuna di loro ha una sua personale storia. Forse, a volte, bisogna soffermarsi su questo e avere anche cura di accostare la ricchezza dell’altro, la diversità dell’altro, come uno stimolo”.

E’ proprio dai buoni esempi di queste imprenditrici che il progetto "Strane Straniere" vuole partire, per realizzare incontri, laboratori performance e creare una rete che metta in comunicazioni le donne migranti che abbiano dei progetti creativi e aiutarle a muoversi nel mondo dell’imprenditoria italiana:

“Quindi è un laboratorio. Poi vedremo, dopo nove mesi, quanto sarà duro questo laboratorio, che tra l’altro diventerà anche un documentario e un libro. Dopo nove mesi, se una qualsiasi di loro dirà: 'Mi è venuta l’idea di fare un’impresa', ne sarà valsa la pena, no?".







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