2013-12-27 15:50:00

Finita la protesta delle bocche cucite a Ponte Galeria. Il cappellano: "Servono regole e tempi certi"


E’ terminata la protesta delle labbra cucite al Cie di Ponte Galeria a Roma, mentre in tutta Italia sono diverse le manifestazioni per la chiusura dei Centri di identificazione ed espulsione. Oggi a Ponte Galeria la visita di alcuni deputati del Pd per comunicare la volontà di collaborazione del Governo, mentre le Acli chiedono l'istituzione di un Garante nazionale per i rifugiati. Ma le paure e le speranze di questi giovani, sono state espresse e raccolte in un messaggio che attraverso il cappellano don Emanuele Giannone, hanno fatto arrivare al Papa. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Gli onorevoli del Pd diranno oggi agli immigrati che il governo vuole ridurre i tempi di permanenza nei Cie e modificare la norma che attribuisce la convalida del trattenimento al giudice di pace, ma per don Emanuele Giannone, cappellano al Centro di Ponte Galeria l’urgenza per i migranti è un’altra:

“L’appello che rivolgo ai politici è di rivedere la legge sull’immigrazione, il rilascio dei permessi di soggiorno e le espulsioni. E ciascuno faccia il proprio dovere. In questi giorni della Prefettura che deve vigilare sulla struttura dei Cie, ancora non si è fatto vedere nessuno. Quello di ridurre i tempi e di dare dei tempi certi, credo che sia il minimo che dobbiamo a queste persone”.

"Se le immagini scandalose di Lampedusa non avessero fatto il giro del mondo" aggiunge don Emanuele, probabilmente questo Natale sarebbe passato ancora nell’indifferenza", " questi ragazzi stanno protestando pacificamente, ma la loro paura è forte":

“Proprio quello che denunciano è il non sapere quanti giorni rimarranno lì. E tenete conto che nel Cie, nonostante la buona volontà delle forze dell’ordine, degli operatori, la persona è annientata nella propria dignità. Volevano addirittura cucirsi gli occhi. Li ho pregati di non farlo, proprio perché la vedevamo come una tortura. E loro mi hanno risposto dicendo: per noi la tortura è iniziata il giorno in cui siamo entrati nel Cie".

“Mai più tragedie come a Lampedusa”, “i migranti trovino accoglienza e aiuto” ha chiesto il Papa il giorno di Natale, manifestando un’attenzione e una vicinanza che arriva direttamente al cuore dei ragazzi di Ponte Galeria. Per questo è stato proprio il Papa il destinatario di un loro messaggio:

“Loro mi hanno detto: 'Abbiamo visto le immagini di quando si è recato a Lampedusa; abbiamo sentito le parole il giorno di Natale e sentiamo che a lui possiamo raccontare le nostre storie, perché sappiamo che lui le ascolta veramente, lui partecipa sinceramente a quello che è il nostro dramma'”.







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