El Salvador: l'arcidiocesi annuncia un nuovo ufficio per i diritti umani
La Chiesa cattolica del Salvador aprirà un nuovo ufficio per assistere le vittime
di violazioni dei diritti umani, dopo la chiusura dell’organismo conosciuto col nome
di Tutela Legal del Arzobispado de San Salvador, contenente oltre 50.000 denunce di
violazioni in larga parte commesse durante la guerra civile (1980-1992). Lo ha annunciato
l’arcivescovo di San Salvador, mons. José Luis Escobar Alas, lo stesso che aveva disposto
la chiusura di Tutela Legal, precisando che il nuovo ufficio “sarà creato affinché
abbia un atteggiamento aperto a tutti i problemi in materia di diritti umani, per
difendere le vittime qualunque sia la situazione”. In una conferenza stampa nella
capitale, il presule ha aggiunto: “Vogliamo appoggiare, vogliamo aiutare; non stiamo
voltando le spalle ai nostri fratelli bisognosi, violentati nei loro diritti. La Chiesa
è sempre stata solidale”. Il nuovo ufficio - riporta l'agenzia Misna - prenderà il
nome di Tutela de Derechos Humanos de la Arquidiócesis de San Salvador, e si occuperà
sia delle vittime del conflitto che dei casi attuali di abusi dei diritti fondamentali.
Il 30 settembre, l’arcivescovo aveva ordinato la chiusura di Tutela Legal adducendo
diverse motivazioni, dalla necessità di modernizzarlo, alla scoperta di non meglio
precisate “irregolarità” amministrative. Una decisione criticata dal presidente Mauricio
Funes, esponente dell’ex ribellione del Frente Farabundo Martí para la Liberación
Nacional (Fmln, sinistra) e da diverse organizzazioni della società civile, nazionale
e internazionale. Spiegazioni erano state sollecitate dal dicastero della Cultura
e dalla stessa Procura Generale della Repubblica che avevano chiesto anche fosse affidata
loro la custodia del prezioso archivio; la Corte Suprema ha disposto che rimanesse
alla Chiesa. Istituito nel 1982 da mons.Arturo Rivera Damas per assistere le vittime
di abusi nel contesto della guerra, Tutela Legal continuò il lavoro che aveva intrapreso
nel 1977 mons. Óscar Arnulfo Romero, assassinato il 24 marzo 1980, con il Socorro
Jurídico del Arzobispado per fornire un’efficace assistenza legale ai poveri. L’ufficio
ormai chiuso ha documentato gravissimi casi di violazioni dei diritti umani come il
massacro di El Mozote, quando fra l’11 e il 13 dicembre 1981 almeno un migliaio di
persone furono assassinate in un’operazione del famigerato Battaglione Atlacatl, nel
dipartimento orientale di Morazán; molti corpi furono portati all’interno di una piccola
chiesa, poi data alle fiamme. Per la strage la Corte interamericana dei diritti umani
ha condannato lo Stato salvadoregno stabilendo anche un risarcimento per i parenti
delle vittime, finora mai corrisposto anche a causa di una legge di amnistia promulgata
nel 1993 di cui alcuni settori mettono in dubbio la costituzionalità. (R.P.)