Terra Santa: a Betlemme, Natale nel ricordo dei popoli in guerra
Sarà un Natale nel segno del ricordo e della preghiera per i cristiani e per tutti
i popoli che vivono il dramma della guerra, in modo particolare per i vescovi, i sacerdoti
e le monache rapite in Siria. A Betlemme la parrocchia latina guidata da padre Nerwan
Nasser Al-Bann fa suo lo slogan natalizio della municipalità, “Come home for Christmas”
(vieni a casa per Natale), per aprire le porte alle migliaia di pellegrini che raggiungeranno
a breve la città. Un invito, dice all'agenzia Sir il frate, rivolto non solo alla
popolazione locale, ma “a tutti coloro che credono nella pace. Betlemme vuole essere
la casa della pace come ci ha insegnato Gesù”. Per questo fervono i preparativi che
non sono solo esteriori ma anche interiori “rivolgendo il nostro pensiero ai fratelli
cristiani, e non, che vivono il dramma della guerra e della violenza in Siria, in
Iraq come anche in Egitto e Libano. Ai vescovi, ai sacerdoti e alle monache rapite.
A loro va la nostra preghiera”. Il Natale non fa dimenticare le difficoltà in cui
versa la popolazione: “Non abbiamo libertà di movimento, viviamo in un carcere - dice
riferendosi al muro israeliano che sigilla la città - se la situazione resterà così,
quale futuro avremo? Ogni giorno parliamo con la nostra gente cerchiamo di infondere
coraggio e speranza. Tanti - continua il parroco - soprattutto i giovani, meditano
di andarsene per farsi una vita fuori, all’estero. Solo con condizioni di vita migliori,
con il rispetto della libertà e dei diritti, resteranno”. Ecco allora l’importanza
dei pellegrini: “Pellegrino significa anche lavoro, salario, la possibilità di avere
una casa, di andare a scuola e quindi una vita migliore per le nostre famiglie. Non
è mica facile - spiega padre Al-Bann - vivere qui. Non abbiamo libertà di movimento,
viviamo in un carcere. Mancano molte cose. Devo essere sincero - confessa il parroco
- se la situazione resterà così, quale futuro avremo? Ogni giorno parliamo con la
nostra gente cerchiamo di infondere coraggio e speranza. Tanti, soprattutto i giovani,
meditano di andarsene per farsi una vita fuori, all’estero. Solo con condizioni di
vita migliori, con il rispetto della libertà e dei diritti, resteranno”. A Natale,
conclude, “chiediamo pace per Betlemme e preghiamo perché questo avvenga. Lo chiediamo
con Papa Francesco, la cui visita prevista il prossimo anno ci donerà ancora più speranza
e forza. Lo chiediamo ai governanti, ai leader politici, ai rappresentanti dei Paesi
che parteciperanno alla Messa di Mezzanotte”. (R.P.)