Raccolta viveri a Sant'Anna in Vaticano. P. Silvestrini: aumentano i poveri, ma
c'è tanta solidarietà
Raccolta straordinaria di viveri nella parrocchia Sant’Anna in Vaticano. Per il decimo
anno consecutivo sono stati donati, fino a questo sabato, beni di prima necessità
che verranno poi distribuiti a poveri ed indigenti. L’iniziativa è stata autorizzata
dalla Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, ma non è la sola
del periodo dell’Avvento nella parrocchia affidata ai religiosi agostiniani. Un suggestivo
presepe, realizzato da artigiani marchigiani e siciliani, celebra quest’anno i 700
anni dell’Editto di Costantino che consentì ai cristiani di praticare liberamente
il culto. Al microfono di Tiziana Campisi, il parroco di Sant’Anna, padre
Bruno Silvestrini, spiega il senso della solidarietà e il messaggio del Natale
al mondo di oggi:
R. – E’ il decimo
anno che la Caritas della Pontificia parrocchia di Sant’Anna, la parrocchia del Santo
Padre, si reca all’Annona per la raccolta viveri per i poveri che vengono a bussare
alla porta di Sant’Anna. La nostra parrocchia, che si trova al confine tra l’Italia
e il Vaticano, ogni giorno accoglie centinaia di persone che vengono a chiedere preghiere,
a supplicare Sant’Anna per il parto, e vengono anche a chiedere il sostentamento per
la vita di ogni giorno. C’è tanta povertà in giro. In questa crisi economica ci stiamo
accorgendo, che non solo gli extra comunitari vengono a bussare alla nostra porta,
ma anche le persone con reddito molto basso, con le spese, le tasse e gli affitti,
che non riescono a terminare il mese. Questa iniziativa quindi va incontro a queste
persone, che vengono a chiedere un aiuto per terminare il mese o per vivere quotidianamente.
E c’è una grande solidarietà. I volontari della parrocchia - tutti pensionati e persone
che danno il loro tempo – sono a disposizione tutti i giorni della settimana. E’ un’iniziativa
che ci fa sentire il popolo di Dio che viene e che accogliamo con il sorriso, non
solamente dando da mangiare, quanto donando insieme al necessario anche l’accoglienza.
D.
– Ma il Natale nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano non è soltanto attenzione
al povero e al bisognoso, ci sono anche dei messaggi rivolti ai fedeli sul Natale...
R.
– Sì, quest’anno per esempio abbiamo organizzato un presepe molto interessante: colloca
idealmente la nascita di Gesù nella periferia dell’antica Roma. Tale idea è stata
suggerita dal settecentesimo anniversario dell’Editto di Costantino, del 313, e con
il quale viene riconosciuta la libertà ai cristiani di professare la loro fede. Nello
sfondo del presepe si può notare la costruzione del Ponte Milvio, dove avvenne la
celebre vittoria di Costantino su Massenzio. La nascita di Gesù è stata immaginata
sotto un porticato, di fronte ad un androne di una delle grandi "insulae", dove vi
erano gli agglomerati delle persone povere, dove si vedono anche puntellati gli archi
e le porte.
D. – E’ un presepe molto suggestivo, che fa calare nella realtà
di Roma di tanti anni fa. Qual è il messaggio più profondo che volete far giungere
a chi lo osserva?
R. – Gesù nasce anche nelle nostre realtà piccole, povere,
disagiate. Il Signore nasce nella nostra vita, che adesso è tanto problematica, nei
nostri quartieri poveri, nelle situazioni in cui abbiamo problemi e difficoltà. Come
nel presepe, Gesù nasce in mezzo ai poveri. Gesù viene a portare la sua umanità, la
sua divinità e il suo abbraccio, che incontra tutti gli uomini e che vuole salvarli
dal primo all’ultimo, anche i più lontani, i più abbandonati, i soli, quelli che nessuno
mai pensa, quelli per cui nessuno mai ha un’attenzione particolare.